I Giovani Medici Snami intervengono nel dibattito di queste ore caratterizzato da un incremento esponenziale dei casi di COVID-19 e dopo che il Ministero della Salute ha emanato una circolare di aggiornamento con precise disposizioni per i Medici di Medicina Generale. “Tra le misure precauzionali apprendiamo di sconsigliare ai nostri pazienti di soggiornare in sala d’attesa e di programmare la visita in ambiente dedicato presso lo studio o al proprio domicilio, ma forse il Ministro e i suoi consiglieri non hanno pensato che il Medico di famiglia e soprattutto i Medici di guardia in Continuità Assistenziale potrebbero così diventare un veicolo di infezione pericolosissimo”, afferma in una nota
Simona Autunnali, Vicesegretario nazionale Snami.
“Devono essere garantiti i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) a tutti i professionisti che operano nel territorio, Assistenza Primaria, Continuità Assistenziale, 118 Urgenza Emergenza, Medicina Penitenziaria”, osserva
Federico Leto, Coordinatore Nazionale Continuità Assistenziale SNAMI. “Come nel contempo - aggiunge
Federico Di Renzo, Vicecoordinatore nazionale Giovani Medici - vanno rinforzati tutti i servizi, iniziando da un maggior dispiegamento di ambulanze e operatori ai call center con il numero 1500”.
Per Riccardo Lucis, Vicecoordinatore nazionale Giovani Medici, poi, “i Medici di Medicina Generale devono avere la possibilità di fare anche certificazioni di malattia senza il rischio di essere contagiati”. La proposta di
Matteo Picerna e
Vincenzo Di Pietro, vicecoordinatori nazionali Giovani Medici è che "in alternativa al sistema attuale e come deroga per la situazione straordinaria che prevede sempre la visita del pazienti”, sia possibile procedere con “l’autocertificazione da parte del paziente per i primi sette giorni di malattia, oggi più che mai necessaria”.
Ma la criticità maggiore condivisa da tutta la dirigenza dei Giovani Medici Snami e da tutto il sindacato è che “la mancata fornitura ,praticamente in tutta Italia, dei dispositivi di protezione individuale può condannare la categoria oltre che ad ammalarsi a diventare dei veri e propri UNTORI, oggi involontari, di Manzoniano ricordo”.