La soluzione al problema mondiale della dipendenza da eroina potrebbe essere risolto da un semplice vaccino. Il farmaco, sviluppato l’anno scorso da ricercatori del National Institute of Psychiatry messicano, è stato in questi giorni brevettato negli Stati Uniti, e secondo gli esperti potrebbe essere disponibile sul mercato entro 5 anni.
Gli scienziati che l’hanno ideato lo hanno infatti già testato sui topi e si apprestano a effettuare i primi test sugli esseri umani.
L’eroina è una droga pesante, derivata dalla morfina, che appena iniettata provoca un caratteristico flash euforico della durata di circa 30-60 secondi,seguito da uno stato di confusione generale e depressione. Entro un’ora dalla somministrazione, però, si deprime il centro respiratorio nel sistema nervoso centrale e compare una potentissima sensazione di euforia ed eccitazione, in cui tutti i problemi vengono dimenticati e che è – probabilmente – l’emozione che viene ricercata quando si comincia ad assumere la droga.
La molecola presente nel vaccino funziona proprio rendendo l’organismo resistente a quest’ultimo effetto dell’eroina, cosicché chi la usa non prova più la sensazione di piacere diffuso che invade il corpo quando la droga viene iniettata o fumata. In poche parole, il farmaco provoca una risposta immunitaria che impedisce all’eroina di entrare nel sistema nervoso e attaccare i recettori oppioidi del cervello, bloccando dunque la sensazione simile ad un’improvvisa scarica di endorfine.
In questo modo i tossicodipendenti perdono la voglia di iniettare la droga,perché non provoca più il piacere che avevano cercato fino a quel momento. “Chiaramente è un vaccino rivolto a chi ha un grave problema di dipendenza, che ha tentato senza successo altre vie per disintossicarsi e che vuole fare un ultimo tentativo”, ha spiegato
Maria Elena Medina, direttrice dell’istituto messicano.
I test sui topi hanno dimostrato che le cavie che prendevano il farmaco sceglievano di non consumare eroina nonostante avessero accesso illimitato a piccoli depositi di questa droga. I ricercatori sperano ora che la stessa cosa possa succedere anche agli esseri umani.
Laura Berardi