(Reuters Health) –
A.J. Agopian, del Centro scientifico sanitario dell’Università del Texas a Houston, e 27 colleghi che hanno partecipato all’International Clearinghouse for Birth Defects Surveillance and Research (ICBDSR), hanno valutato la prevalenza dell’ipospadia dal 1980 al 2010. Lo studio è stato pubblicato da European Urology.
In questo intervallo di tempo la prevalenza totale internazionale di ipospadia è stata del 20,9 ogni 10.000 nascite. Se si prende in considerazione soltanto l’ultimo decennio, la prevalenza è salita del 23,8 per 10.000 nascite; una differenza significativa.
La prevalenza totale più alta è stata registrata in Arkansas (39,1 casi ogni 10.000 nascite) e la più bassa è stata in Argentina (2,1 casi ogni 10.000 nascite).
Un aumento costante
Dal 1999, la prevalenza totale internazionale è aumentata di 0,25 casi all’anno, e dal 1980 al 2010, è aumentata del 60%, quindi in media di 0,34 casi all’anno.
Secondo i ricercatori, questo aumento potrebbe essere dovuto ad una maggiore esposizione ai fattori di rischio per l’ipospadia nel tempo.
È però difficile identificare i principali colpevoli, vista l’ampia gamma di esposizioni ambientali e professionali che potrebbero giocare un ruolo nell’insorgenza della malattia.
“È anche possibile che nel tempo siano aumentati i fattori di rischio che riguardano i genitori, come l’indice di massa corporea, l’età della madre al momento della gravidanza o i trattamenti per la fertilità”, scrivono gli autori dello studio. I ricercatori però non dispongono dei dati necessari per verificare questa ipotesi.
Servirebbe un’analisi su vasta scala dei fattori genetici, degli interferenti endocrini, delle caratteristiche materne e paterne.
Fonte: European Urology 2019
Reuters Staff
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)