“Siamo pronti a discutere con il Governo un programma di ripiano dei 5,5 miliardi di euro che le Regioni devono alle imprese associate ad Assobiomedica”. Per questo l’Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende produttrici di dispositivi medici ha inviato ai ministeri dell’Economia e dello Sviluppo Economico un documento contenente una serie di possibili soluzioni contro i
ritardati pagamenti da parte delle Asl e Ao, "che stanno mettendo in serie difficoltà il settore".
“La nostra proposta – ha dichiarato il presidente di Assobiomedica, Stefano Rimondi - è innanzitutto quella di ricercare insieme con il Governo e con le Regioni un punto d’intesa sulle urgenti soluzioni da implementare. Da parte del Governo si è fatto cenno alla possibilità di ricorrere anche al pagamento mediante l’assegnazione di titoli pubblici. Se si volesse agire con l’assegnazione di titoli, si potrebbe pensare a emissioni dedicate, a breve scadenza, non negoziabili. Le imprese creditrici li potrebbero monetizzare con istituti finanziari convenzionati con il Ministero dell’Economia, che potrebbero costituirli in garanzia collaterale alla BCE ottenendo i finanziamenti all’1% già in atto”.
Assobiomedica, nel documento inviato al Governo, suggerisce che il rientro dei debiti accumulati potrebbe avvenire anche con ricorso a più strumenti: “Si potrebbe destinare – spiega l’Associazione - una parte della prevista operazione di dismissione del patrimonio pubblico al rimborso di parte del debito verso i fornitori, attraverso la costituzione di un fondo immobiliare che emetterebbe titoli garantiti dal patrimonio conferito, con assegnazione di una quota del ricavato al pagamento dei debiti. Ugualmente da considerare, una spending review dei cosiddetti contributi alla produzione: una parte di questi contributi, esclusi quelli destinati al sostegno dei servizi essenziali, potrebbe essere trasformata in crediti d’imposta”.
Correlata all’assegnazione di titoli di Stato a graduale rimborso del debito accumulato, Assobiomedica suggerisce il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti (CDDPP) nell’operazione: “Si tratterebbe di vendere alla CDDPP un pacchetto di partecipazioni azionarie di controllo di società detenute dal Ministero dell’Economia. La CDDPP – spiegano da Assobiomedica - grazie all’incremento patrimoniale potrebbe attivare una leva finanziaria per pagare l’acquisto allo Stato. Questo a sua volta impiegherebbe la somma nell’acquistare suoi titoli sul mercato, creandosi spazio per l’emissione di nuovi titoli il cui ricavato sarebbe destinato ai creditori”.
“Inoltre, per garantire una situazione di normalità nei rapporti commerciali – ha aggiunto il presidente Rimondi - la prima cosa da fare è il recepimento della direttiva europea 2011/7/UE, in anticipo rispetto alla data attualmente fissata al 15 novembre 2012. Di pari passo andrebbe definitivamente abbandonata la prassi, tra l’altro illegittima, dei provvedimenti annuali reiterati di blocco delle azioni esecutive verso le aziende sanitarie appartenenti a regioni sottoposte a piani di rientro”.