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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Incidenti e traumi. Nelle ficton è tutta un’altra cosa

di Lisa Rapaport
immagine 22 febbraio - Le fiction ambientate negli ospedali, come Grey’s Anatomy, spesso offrono visioni distorte di quelli che sono i decorsi clinici di traumi o altre patologie. Pur se questo accade per esigenze narrative, lo spettatore rischia di crearsi false aspettative nella realtà. Un gruppo di ricercatori Usa ha studiato il fenomeno
(Reuters Health) – Tra persone che non sopravvivono all’operazione, con medici e infermieri addolorati, e pazienti che si riprendono dopo degenze ‘lampo’, le serie Tv come Grey’s Anatomy creerebbero false aspettative in chi subisce incidenti e traumi. A denunciarlo è  un gruppo di ricercatori guidato da Jordan Weinberg, del St. Joseph’s Hospital e del Medical Center Phoenix, in Arizona, Usa, che ha pubblicato la ricerca su Trauma Surgery & Acute Care Open.

Lo studio
Per vedere quanto la fiction differisce dalla realtà, Weinberg e colleghi hanno confrontato ciò che è accaduto a 290 pazienti con lesioni di vario genere in Grey’s Anatomy con i risultati su ferite reali subite da 4.812 pazienti raccolti in un registro nazionale. Hanno così scoperto che il tasso di mortalità sarebbe tre volte più elevato in Tv: il 22% dei pazienti con traumi è morto nella fiction, contro una percentuale del 7% nella vita reale. Ai sopravvissuti, invece, è andata meglio in Tv.

Metà delle persone gravemente ferite per finta ha trascorso meno di una settimana in ospedale, mentre solo il 20% dei pazienti reali ha avuto soggiorni così brevi. Inoltre, solo il 6% dei pazienti nella fiction americana è stato trasferito in una struttura di assistenza a lungo termine, rispetto al 22% dei pazienti veri. E ben diversi sarebbero anche i tempi in cui si arriva in sala operatoria. In Tv, il 71% dei pazienti arrivava sotto i ferri direttamente dal pronto soccorso, mentre nella pratica clinica quotidiana questo accadrebbe solo nel 25% dei casi.

I commenti

“I casi presentati in Tv hanno generalmente due esiti: o il pazienti non sopravvive a un eroico intervento o un paziente si riprende il giorno seguente – spiega Weinberg -. Ma nelle situazioni reali vediamo più spesso recuperi relativamente lunghi, che richiedono prolungati ricoveri in ospedale, cure a lungo termine e una gestione continua del dolore, del disagio e della disabilità”. Così, denunciare queste differenze è importante “in un’era in cui la soddisfazione del paziente è una componente importante nella valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria e una misura con cui vengono pagate le prestazioni mediche”.

Anche secondo Elena Strauman, del College of Charleston in Carolina del Sud, le fiction possono essere pericolose per le aspettative che creano. “Dal momento che la televisione richiede tensione e dramma, un paziente e una famiglia potrebbero essere piacevolmente sorpresi da un risultati positivo, ma potrebbero anche restare delusi nello scoprire che non c’è una soluzione rapida al loro problema”.

Fonte: Trauma Surgery & Acute Care Open

Lisa Rapaport

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

22 febbraio 2018
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