È di ieri la notizia della prossima pubblicazione di un nuovo decreto del Ministero della Salute in tema di allestimento in farmacia di preparazioni magistrali a scopo dimagrante, con il quale verrà limitato notevolmente l’elenco delle sostanze vietate in questi ultimi anni per la loro presunta pericolosità (
dal 2015 ad oggi il ministero ha emanato ben 5 decreti per un totale di 50 principi attivi vietati).
Solo con l'ultimo decreto del gennaio di quest'anno sono state vietate 40 sostanze tra cui anche molte di uso comune come il finocchio, l'arancio amaro e il tè verde. Una decisone che aveva fin da subito sollevato molte perplessità tra i farmacisti con la richiesta della Fofi e di altre associazioni di categoria di un ripensamento da parte del Ministero.
Contestualmente sono iniziate ad arrivare alcune sentenze dei tribunali amministrativi regionali che annullavano alcuni dei decreti ministeriali e poi ieri la notizia
di un passo indietro dello stesso Ministero dopo gli incontri con i farmacisti.
Il nuovo provvedimento ministeriale è infatti il frutto di una mediazione raggiunta attraverso i lavori portati avanti dal Tavolo tecnico a cui hanno partecipato diverse associazioni protagoniste anche dei precedenti ricorse al Tar.
Tra queste, quella più interessate al problema è senz'altro la Sifap, la Società Italiana dei Farmacisti Preparatori (Sifap) presieduta dalla professoressa
Paola Minghetti, Ordinario di Tecnologie e Legislazione farmaceutica all'Università degli Studi di Milano, che abbiamo intervistato per fare il punto sulla situazione.
Professoressa Minghetti, il Ministero della Salute in questi ultimi anni è intervenuto più volte per limitare l'utilizzo di sostanze per preparazioni galeniche in farmacia ai fini dimagranti. Per farlo ha vietato l'utilizzo anche di sostanze quali il tè verde, il finocchio e l'arancio amaro. Ma sono davvero così pericolosi per la salute?
Sono molti anni che il Ministero della Salute interviene su questa materia, e lo ha fatto con numerosi decreti con i quali ha vietato l'utilizzo di diverse sostanze per l'allestimento in farmacia di preparazioni magistrali a scopo dimagrante. Il problema principale deriva dal fatto che l'obesità è una patologia multifattoriale e non esiste un determinato principio attivo efficace per la sua cura. Da qui la prescrizione, da parte di alcuni medici, di miscele di diverse sostanze. L'azione di divieto da parte del Ministero della Salute ha avuto il via proprio dalla segnalazione di alcuni effetti collaterali registratisi a seguito dell'assunzione di questi preparati, anche se è giusto specificare che non è mai stato dimostrato il legame tra questi effetti indesiderati e l'utilizzo di un determinato preparato. Tali effetti, infatti, possono esser dovuti anche alla patologia stessa dell'obesità e dunque a tutto ciò che essa può comportare.
La posizione della Sifap su tutto questo qual è stata?
Come Sifap abbiamo sempre sostenuto che è giusto il divieto di utilizzo di molecole di riconosciuta pericolosità. Quello che abbiamo invece contestato è stato, da una parte l'eccessiva estensione di questi divieti, e dall'altra la loro incongruenza. Se, infatti, si vieta l'utilizzo di una determinata molecola per la sua pericolosità, non si può ammettere che la stessa sia presente senza alcun problema in prodotti industriali di libera vendita. Con l'ultimo decreto ministeriale di gennaio, ad esempio, si vietava l'uso di diversi preparati vegetali che, però, restano presenti sul mercato in molti integratori alimentari.
A breve dovrebbe essere emanato un nuovo decreto frutto del lavoro Tavolo tecnico, che vi ha visto presenti come Sifap, con il quale verrà limitato l'elenco delle sostanze vietate. Pensa si sia riuscito a raggiungere un buon compromesso?
Credo di sì. Al Tavolo abbiamo portato avanti un buon lavoro, basato sulle evidenze scientifiche, che ci ha permesso di distinguere davvero alcune molecole pericolose da altre. Ad esempio, nel nuovo decreto, dovrebbe essere riammesso l'utilizzo di tutte le sostanze presenti negli integratori e quelle a base di piante. Il mio auspicio è che il Tavolo possa ora proseguire i suoi lavori anche sugli altri contenziosi ancora aperti. Penso possa essere quella la sede più opportuna per una loro risoluzione.
Quindi possiamo fugare ogni dubbio sulla pericolosità di finocchio, tè verde e arancio amaro?
Assolutamente sì. Erano stati inseriti in quell'elenco dal Ministero della Salute solo per limitare alcune associazioni usate da medici. In quella lista sono presenti diverse molecole non pericolose. Di finocchio, tè e arancio amaro non è di sicuro mai morto nessuno.
Giovanni Rodriquez