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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Malattie infettive. Adesso il Piano Vaccini e in primavera arriva il Piano antibiotico-resistenza

immagine 27 febbraio - Ritenute debellate o sotto controllo, le malattie infettive, di origine batterica o virale, sono sempre più presenti e costituiscono un rischio per la sanità pubblica. Le azioni di contrasto non mancano a partire dal Piano nazionale vaccini al quale si affiancherà a primavera un Piano contro l’antibiotico-resistenza. Il punto delle strategie di contrasto oggi all’evento Ahead promosso da Msd Italia.
Coperture vaccinali sotto la soglia critica del 95%. Fenomeno dell’antibiotico resistenza alle stelle. Oltre 280 mila persone colpite da infezioni correlate all’assistenza. Oltre ai 5 milioni di persone contagiate ogni anno dall’influenza. Circa 200mila casi di polmoniti l’anno, spesso associate all’influenza, e 10mila i decessi. E ancora, infezioni da Papillomavirus e la maggiore prevalenza in Europa di infezione da Hcv.
 
L’Italia è sotto un fuoco incrociato: le malattie infettive, di origine batterica o virale non solo sono una minaccia tangibile, ma potrebbero sfuggire di mano. Ma il Paese ha molte frecce in faretra. Ha già scoccato quella del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, un piano innovativo guardato con attenzione da tutti i sistemi sanitari europei e non solo. E ora si sta preparando a lanciare un Piano contro la resistenza agli antibiotici. Ma non basta serve comunque una strategia di contrasto a lungo termine. E soprattutto un gioco di squadra che coinvolga tutti gli attori, Stato, Regioni, Medici, Aziende private e cittadini.
 
Questi i temi al centro dell’evento Ahead – Achieving HEalth through Anti-infective Defense, promosso da Msd Italia nel corso del quale si sono confrontati rappresentanti di Istituzioni, e, associazioni pazienti e clinici per individuare appunto le strategie più idonee per interrompere l’avanzata delle malattie infettive
 
Serve un lavoro di squadra. Per Walter Ricciardi, Presidente Istituto Superiore di Sanità le strategie da seguire sono due: di massima attenzione sulle malattie infettive e di lavoro di squadra. “Bisogna da un lato prendere coscienza che il capitolo malattie infettive considerato chiuso dall’Oms negli anni ‘70 si è riaperto, con tutto quello che ne è conseguito, dall’arrivo dell’Aids al ritorno delle malattie sessualmente trasmissibili. Ma dall’altro occorre anche un cambio di paradigma soprattutto sul fronte degli antibiotici. Non abbiamo nuovo antibiotici da venti anni e l’Italia è maglia nera per quanto riguarda le resistenze di germi come le klebsielle e altri batteri Gram negativi nei confronti di diversi antibiotici, primi fra tutti i carbapenemi.
 
Le soluzioni sono attivare un sistema di sorveglianza efficiente e un piano nazionale contro la resistenza agli antibiotici che sarà varato a breve. Ma bisogna lavorare insieme: le Istituzioni pubbliche con i medici e i cittadini ed anche con le aziende farmaceutiche, che devono tornare ad investire su questo settore, e alcune lo stanno già facendo. Ora bisogna trovare strategie comuni. Anche perché – ha aggiunto – le Regioni da sole non possono riuscire a contrastare le emergenze. Dobbiamo lavorare insieme con il buon senso. Sarà più faticoso, ma se non si agisce con questo spirito non riusciremo ad affrontare le tante criticità che siamo costretti ogni anno a fronteggiare”.
 
In arrivo il Piano Nazionale di Contrasto all’antibiotico resistenza. Anche per Ranieri Guerra, Direttore Generale Prevenzione Sanitaria, Ministero della Salute serve uno sforzo congiunto tra i vari attori del sistema. Soprattutto quando si parla di resistenza antimicrobica. E ha quindi annunciato che una versione finale del Piano Nazionale di Contrasto all’antibiotico resistenza è prevista per la prossima primavera. Un piano che sarà condiviso con le Regioni per poi essere applicato su tutto il territorio nazionale.
 
“La resistenza antimicrobica – ha dichiarato –è un problema che richiede uno sforzo congiunto di più discipline professionali (medicina umana e veterinaria, settore agroalimentare, ambiente, ricerca e comunicazione, economia, e altre) che operano, a livello locale, nazionale e globale, con uno scopo comune. Il Piano Nazionale di Contrasto all’Amr prevede obiettivi, strategie, azioni e indicatori per il monitoraggio nei diversi ambiti. Gli obiettivi strategici sono: migliorare i livelli di consapevolezza e di informazione/educazione; rafforzare le attività di sorveglianza; migliorare la prevenzione e il controllo delle infezioni, in tutti gli ambiti; ottimizzare l’uso di antimicrobici nel campo della salute umana e animale (antimicrobial stewardship); aumentare/sostenere ricerca e innovazione. Azioni che – ha aggiunto –anche se non prive di costi nell’immediato, permetteranno un risparmio economico e di vite umane, importante già nel prossimo futuro. Una versione finale del Piano è prevista per la primavera di quest’anno; successivamente si provvederà alla condivisione con le Regioni, alla sua approvazione ed alla sua uniforme applicazione su tutto il territorio nazionale”.
 
E per Mario Marazziti, Presidente XII Commissione “Affari Sociali”, Camera dei Deputati il Piano Nazionale contro la resistenza agli antibiotici “va nella giusta direzione per non tornare in qualche decennio all’era pre-antibiotici e alle morti pre-penicillina. L’aspetto qualificante è la scelta di affrontare in modo integrato tutti gli aspetti dell’antibiotico-resistenza secondo un approccio ‘One Health’, ovvero un approccio olistico alla salute umana e degli animali. Altro aspetto fondamentale è la disponibilità degli antibiotici di nuova generazione, che devono essere resi accessibili al paziente nel rispetto dei criteri di una corretta stewardship”.
 
I vantaggi del Piano vaccinale. Di certo, Il Governo ha fatto proprio l’allarme della recrudescenza delle malattie infettive ha ricordato Federico Gelli, Membro XII Commissione “Affari Sociali”, Camera dei Deputati “Senza dubbio – ha spiegato – ci siamo concentrati sulla indiscutibile priorità determinata dalle malattie cornico degenerative e da quelle oncologiche trascurando il tema della prevenzione nell’ambito delle malattie infettive. Una disattenzione che ha portato alcune aree del paese a diminuire la protezione vaccinale mettendo a rischio
la cosiddetta ‘immunità di gregge’, che protegge chi non si può vaccinare o i neonati. Una disattenzione alla quale abbiamo ovviato con il Nuovo Piano nazionale che cerca di dare un segnale di attenzione importante e porta con se il valore aggiunto della gratuità di tutte le vaccinazioni e per tutti i cittadini”. Certo ha ammesso Gelli questo non è sufficiente “anche campagne denigratorie pericolose e ‘Doctor google’ hanno creato una preoccupante disinformazione”.
 
Occorre quindi una informazione e una comunicazione forte e puntuale alla popolazione. Ma anche l’introduzione dell’obbligatorietà vaccinale. “Per quanto mi riguarda sono un fautore dell’obbligatorietà per una fascia definita di popolazione e mirata a determinate malattie – ha aggiunto Gelli  – il dibattito è aperto, soprattutto dobbiamo ragionale con attenzione sul rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti come quello all’istruzione, per questo Emilia Romagna e Toscana non hanno potuto introdurre questo vincolo per le scuole dell’obbligo, ma su questo ci stiamo interrogando. Io e.
 
Ma la prossima sfida è l’applicazione uniforme del nuovo Piano vaccinale in tutte le Regioni italiane per assicurare a tutti i cittadini l’accesso equo ai vaccini. “Giudichiamo positivamente l’ampliamento e l’obiettivo di uniformità nell’offerta dei vaccini, che finalmente riduce le disuguaglianze in termini di opportunità tra i cittadini nel nostro Paese. La sfida è che questa opportunità di protezione della salute attraverso i vaccini diventi realtà per tutti: per questo dobbiamo garantire l’effettività dell’applicazione dei contenuti del Piano, migliorando l’organizzazione dei servizi e assicurando gli sforzi necessari a raggiungere le coperture” continua Francesca Moccia, Vice Segretario Generale Cittadinanzattiva.
 
Aziende del farmaco in prima linea. E in prima linea insieme alle Istituzioni, nella ricerca di nuove terapie e nella definizione di una adeguata stewardship antimicrobica, anche l’azienda farmaceutica Msd, che ha scritto alcune delle pagine fondamentali nella storia della lotta alle malattie infettive.
“Msd vanta una lunga storia nel trattamento delle malattie infettive – ha spiegato Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato Msd Italia – una storia costellata da successi importanti, con la scoperta di vere e proprie pietre miliari che hanno cambiato l’approccio alle patologie e soprattutto l’aspettativa e la qualità di vita per i pazienti. Un ambito che MSD ha sempre continuato a presidiare, anche quando gli investimenti delle aziende sono stati diretti verso altre aree terapeutiche. I nostri sforzi protesi all’avanzamento scientifico ci hanno consentito di affermare nel tempo la nostra leadership in questo campo, cogliendo importanti risultati nella terapia delle malattie infettive di origine virale, come per esempio l’epatite C (una vera e propria emergenza sanitaria, per la quale in pochi anni sono stati fatti passi da gigante e finalmente sappiamo che, grazie alle terapie di ultima generazione, la guarigione è possibile) piuttosto che nella lotta contro i cancri causati dal virus Hpv”.
 
Sul fronte delle infezioni batteriche, ha poi ricordato Luppi: “Msd è uno dei pochi gruppi farmaceutici ancora attivi in ambito della salute sia umana che animale per favorire l’adozione di una vera stewardship antimicrobica attraverso lo sviluppo di nuovi antibiotici in grado di contrastare il fenomeno dell’antibioticoresistenza e la ricerca di nuovi vaccini che possano dare concrete risposte ai bisogni sanitari insoddisfatti sia nei Paesi a economia avanzata che in quelli in via di sviluppo. Intendiamo ribadire e proseguire il nostro impegno contro le malattie infettive, non solo continuando a ricercare nei nostri laboratori innovazioni tecnologiche, ma anche collaborando con tutti gli stakeholder coinvolti attraverso partnership trasparenti e di valore a fianco della sanità pubblica”.
27 febbraio 2017
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