toggle menu
QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Giornata mondiale Aids. Amcli: “Maggiore consapevolezza sul rischio di infezione tra gli under 40 e maggior ricorso ai test”

immagine 27 novembre - L’esecuzione del test Hiv e la diagnosi precoce dell’infezione risultano essenziali per poter contrastare la diffusione di un’infezione che, sebbene curabile, è comunque un’infezione cronica. È questo l’auspicio che l'Associazione microbiologi clinici italiani lancia in occasione della Giornata mondiale che si ci celebrerà il 1 dicembre. In Italia sono 140mila i sieropositivi e si registra il tasso di infezioni maggiore d'Europa.
A distanza di più di 30 anni dalla prima diagnosi di infezione da Hiv-1, l’Italia registra un numero eccessivo di decessi ogni anno e rappresenta il Paese con la più alta prevalenza di persone affette da Hiv in Europa occidentale. Complessivamente, sono circa 140mila gli italiani sieropositivi. Lo scorso anno sono state segnalate 3.608 nuove diagnosi (6,0 nuovi casi di Hiv positività ogni 100.000 residenti) di cui il 60% circa in fase avanzata della malattia. Il dato più allarmante riguarda però il 25% circa delle persone infette che non sa di esserlo e che potrebbe trasmettere il virus inconsapevolmente. Questo problema è grave anche perché arrivare precocemente alla diagnosi di infezione è di fondamentale importanza per potere accedere quanto prima alla terapia antiretrovirale. Pertanto, ogni sforzo deve essere fatto per accrescere la sensibilità tra le persone potenzialmente a rischio affinché accedano quanto prima ai testi diagnostici. L’esecuzione del test Hiv e la diagnosi precoce dell’infezione risultano essenziali per poter contrastare la diffusione di un’infezione che, sebbene curabile, è comunque un’infezione cronica. È questo l’auspicio che l'Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli) lancia in occasione della Giornata mondiale dell’Aids che ci celebra il 1 dicembre.


Le fasce d’età più colpite dall’ infezione sono tutte quelle sessualmente attive e in particolare tra 30 e 39 anni. Se in passato la trasmissione del virus era legata soprattutto alla tossicodipendenza, oggi l’84% delle nuove diagnosi è dovuto a rapporti eterosessuali non protetti. “In questo scenario, pertanto, è sempre più cruciale la realizzazione di progetti di informazione, di prevenzione, di diagnosi precoce e completa. La diffusione e la disponibilità dei test per la diagnosi di infezione rappresentano una priorità unica e i laboratori di Microbiologia Clinica hanno a disposizione test che permettono non solo la diagnosi di infezione, ma anche il follow up accurato delle terapie e la identificazione di ceppi virali resistenti”, dichiara Pierangelo Clerici, Presidente Amcli.

Un contributo fondamentale alla diagnosi e conseguente terapia proviene dai laboratori di virologia che, secondo Maria Capobianchi, Responsabile del Laboratorio di Virologia dell’ Irccs Spallanzani di Roma “Sono sempre più strategici nel controllare l’ AIDS poiché dobbiamo dare ampia copertura di accesso ai test, dobbiamo fornire tempestiva conferma ai risultati dei test rapidi sempre più diffusi e aiutare i clinici curanti nel monitorare l’ efficienza della terapia”.


“Oggi siamo in grado anche di distinguere le infezioni recenti da quelle pregresse, partendo dal presupposto scientifico che la datazione dell’infezione è importante sia per scopi epidemiologici (conoscere l’ incidenza delle nuove infezioni, ma anche i sottogruppi maggiormente coinvolti che cambiano col tempo) sia per scopi di prevenzione (adattare gli interventi di comunicazione, di screening e le misure preventive) sia ai fini clinici (individuazione dei partner recenti ed eventualmente sottoporli a terapia precoce)”, sottolinea Maria Carla Re, Responsabile del laboratorio Retrovirus della Microbiologia di Bologna.


Un contributo fondamentale per la diagnosi precoce e la cura dell’infezione Hiv viene dall’evoluzione dei test. Da quando fu approvato il primo test al mondo in grado di rilevare il virus dell’Hiv nel sangue l’attività di ricerca e di sviluppo condotta da tanti gruppi di ricerca ma anche delle Aziende impegnate a livello mondiale nel settore della diagnostica, ha ottimizzato e reso disponibili presidi diagnostici sempre più d’avanguardia, in grado di rilevare la presenza del virus nel sangue, a partire da poche settimane dopo l’infezione.

In questo contesto, la ricerca italiana ha costituito una pietra miliare nel processo di sviluppi dei test, attraverso una famiglia tecnologica in grado di identificare sia gli antigeni che gli anticorpi, con prestazioni in termini di sensibilità analitica tali da identificare l’infezione più precocemente non solo rispetto ai tradizionali test per soli anticorpi, ma anche agli altri test Ab/Ag.
27 novembre 2015
© QS Edizioni - Riproduzione riservata