Ne soffrono 3 donne su quattro e anche se di certo esistono problemi più gravi, le ‘vampate’ della menopausa sono decisamente sgradevoli. Per qualcuna poi possono diventare un vero e proprio tormento e impattare pesantemente sulla qualità di vita.
La soluzione più efficace è la terapia ormonale sostitutiva ma molte donne non possono assumerla per ragioni di salute o per scelta personale.
Il problema però è reale e di vasta portata e questo ha portato a tutto un fiorire di prodotti non ormonali e tecniche anti-‘vampate’, utilizzati dal 50 all’80% delle interessate.
Ma adesso sulla loro reale efficacia e sicurezza ha deciso di andare a dare un’occhiata la
North American Menopause Society (NAMS). Al termine della loro ricognizione gli esperti della NAMS hanno redatto un
position statement pubblicato su
Menopause. L’idea è quella di fornire una guida autorevole alle donne, evitando che gettino i loro soldi al vento, deprimendosi sempre di più in compagnia del loro problema e in più alleggerite nel borsellino.
“Molte donne provano una cosa dopo l’altra – afferma
Janet S. Carpenter , condirettore del
Training in Behavioral Nursing Research della
School of Nursing di Indianapolis – e a volte passano mesi prima che per puro caso trovino il rimedio adatto per loro”.
Sull’argomento ‘vampate’ sono state condotte diverse indagini e versati fiumi di inchiostro; una
survey ad esempio ha evidenziato che quasi la metà delle donne si sente confusa di fronte alle varie opzioni proposte per alleviare i disturbi della menopausa; un’altra indagine dimostra che almeno il 75% di loro non è ben informata sui prodotti a base di erbe. Per mettere un po’ d’ordine in tutta questa confusione gli esperti hanno dunque deciso di mettere nero su bianco le ‘istruzioni per l’uso’ della menopausa, o meglio le istruzioni su come gestire il problema ‘vampate’.
Va detto subito che il
panel di esperti della NAMS ha rintracciato prove certe di efficacia solo per pochi di questi ‘rimedi’, tra i quali un paio di tecniche comportamentali e alcuni farmaci non ormonali. Per molti altri approcci (stile di vita, supplementi farmaci), all’apparenza di qualche utilità, gli esperti non hanno trovato evidenze a loro favore e in qualche caso, dal dubbio sono passati alla certezza che fossero del tutto inutili.
I più efficaci: i trattamenti ‘corpo-mente’. Alcuni
trial clinici randomizzati e in doppio cieco hanno dimostrato che i trattamenti cognitivo-comportamentali, che associno tecniche di rilassamento, igiene del sonno e l’imparare ad assumere un atteggiamento positivo e salutare nei confronti dei disturbi della menopausa, sono molto efficaci nel ridurre la percezione negativa delle donne nei confronti delle vampate, anche se non il loro numero.
I
trial clinici randomizzati e controllati sull’ipnosi clinica hanno dimostrato che questo approccio risulta decisamente superiore ad un trattamento di ‘attenzione strutturata’ e ancor più rispetto al non fare nulla nelle donne sopravvissute ad un tumore della mammella.
Trattamenti che potrebbero avere un qualche beneficio. Per altri approcci, gli esperti non hanno trovato prove di ferro circa la loro efficacia ma ritengono che qualche donna potrebbero comunque trarne dei benefici. E’ il caso della perdita di peso, della riduzione del livello di stress, dell’assunzione di un derivato della soia in fase di valutazione (S-equolo) e del blocco del ganglio stellato (un blocco nervoso). Per tutti questi trattamenti gli esperti raccomandano tuttavia cautela.
I farmaci non ormonali raccomandati. Alcuni studi scientificamente inappuntabili dimostrano che vari farmaci non ormonali possono risultare utili in menopausa, sebbene la loro efficacia sia nettamente inferiore a quella della terapia ormonale. È il caso degli SSRI (
selective serotonin reuptake inhibitor) come la paroxetina (approvato dall’FDA come terapia per le ‘vampate’), che offre un beneficio di grado lieve-moderato su questo disturbo. Possono apportare qualche beneficio anche gli SNRI (
serotonin-norepinephrine reuptake inhibitor), come la venlafaxina , i gabapentinoidi (gabapentin e pregabalin) e la clonidina. Gli esperti raccomandano dunque l’uso di questi farmaci, da iniziare però a dosaggi bassi, da incrementare poi gradualmente se la paziente li tollera bene.
Quello che di sicuro non funziona.Secondo gli esperti del NAMS ci sono prove certe che esercizio fisico, yoga, tecniche di respirazione e agopuntura, per quanto in generale ritenuti ‘salutari’, purtroppo sulle ‘vampate’ fanno poco o niente. Per questo non li raccomandano come rimedi anti-vampate.
Di utilità assai dubbia, sempre secondo il
panel del NAMS, anche una serie di trattamenti a base di rimedi naturali (cohosh nero, dong quai, enotera, semi di lino, maca, omega-3, estratto di polline, e vitamine), tecniche di rilassamento, calibrazione delle oscillazioni neurali, interventi chiropratici. In mancanza di prove sostanziali circa la loro efficacia, gli esperti americani al momento non ne raccomandano dunque l’uso.
Analogamente non viene dato il semaforo verde alle tecniche di ‘raffreddamento’ (vestiti leggeri e senza maniche, ventagli e ventilatori, acqua ghiacciata, raffreddare la stanza, ecc), né viene dato peso ai cosiddetti
trigger (alcol, cibi piccanti o caldi) di vampate. Si tratta di provvedimenti innocui ma che non hanno dalla loro studi che ne abbiano valutato la reale efficacia. Perdere tempo con questi ‘rimedi’ - sostengono gli esperti - ritarda solo i tempi di individuazione di un trattamento realmente efficace ed appropriato.
“Gli esperti del NAMS – afferma la dottoressa Carpenter - hanno redatto questo
position paper come strumento educativo per medici e donne in menopausa. Queste informazioni saranno di grande importanza per ottimizzare la scelta delle terapie più efficaci e per minimizzare l’impiego di terapie che non apporteranno realisticamente alcun beneficio”.
Maria Rita Montebelli