La strada per la gestione delle malattie croniche passa anche da Brescia. Soprattutto nel caso di disturbi respiratori: con il programma pediatrico “I
o e l’Asma” l’utilizzo di farmaci si riduce di oltre due terzi e il “controllo” della patologia triplica. E' il risultato presentato oggi al Convegno “Malattie croniche e promozione della salute: dal modello al sistema”, organizzato oggi presso il Dipartimento di Medicina dell’Università degli Studi di Brescia.
“È un modello clinico e sugli stili di vita unico, nato nel 2009 e sviluppato a Brescia, grazie alla collaborazione tra Università e Spedali Civili", ha spiegato
Sergio Pecorelli, Rettore della Statale, durante il Convegno. "Siamo alla fine di un altro ciclo, iniziato nel 2009, ma ci poniamo subito un ulteriore ambizioso obiettivo: adattare il programma ad altre patologie croniche, anche negli adulti”, ha aggiunto.
“La prevalenza dell’asma è in aumento – ha spiegato poi
Sebastiano Guarnaccia, Responsabile del Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica/Centro ‘Io e l’Asma’, degli Spedali Civili di Brescia –. Non solo a causa dei già noti fattori di rischio: acari, pollini, infezioni e inquinamento, ma anche per l’incremento di fumo attivo, alimentazione scorretta, sovrappeso, sedentarietà. Spesso, inoltre, si innescano relazioni amicali difficoltose, ansia e depressione con importanti ripercussioni sul controllo della malattia. Questo costringe ad aumentare i farmaci, con un rischio maggiore di effetti collaterali sulla crescita del bambino. Stili di vita sani e corretti migliorano il “controllo” della patologia cronica in questione, prevenendone i sintomi”.
“Io e l’Asma” (www.ioeasma.it) utilizza nella pratica il Percorso Diagnostico Terapeutico Educazionale (PDTE), costruito e condiviso col medico di famiglia sulle linee guida internazionali e integra l’educazione terapeutica che rende proattivi e autonomi il bambino/ragazzo e la famiglia. “I risultati su 730 pazienti confermano che, dalla prima alla terza visita e dopo 6 mesi di monitoraggio, i risvegli notturni diminuiscono di quattro volte e le limitazioni nelle attività quotidiane del 60% – ha sottolineato Guarnaccia –. Inoltre, si azzerano le visite dal medico, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, con risultati economici tangibili. I pazienti, dopo il colloquio motivazionale, intraprendono uno o più percorsi per affrontare le problematiche emerse in seguito alla somministrazione del questionario filtro: alimentazione, attività fisica, fumo e relazioni amicali. Migliorare lo stato di salute complessivo, legato soprattutto al vivere quotidiano, aumenta in maniera significativa le probabilità di controllo della malattia”.
Il progetto “Io e l’Asma” è frutto di un’importante collaborazione tra Brescia e centri americani leader internazionali nella ricerca in questo campo, grazie al supporto dell’Associazione Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica Onlus (ALCPeRB).
“Lavorare in rete con altri Paesi accelera la trasmissione di conoscenze, permette di costruire e adattare database sulle malattie croniche, consente di utilizzare i dati per pianificare e implementare strategie d’intervento, valutandone anche l’impatto delle terapie farmacologiche e non”, hanno sottolineato
Edmund Ricci, University of Pittsburgh School of Public Health e
Matthew Masiello, Windber Research Institute. “I link internazionali diventano le guide dell’innovazione e si basano su tre concetti fondamentali: creatività nello sviluppo di programmi, maggiore velocità di trasmissione, comprensione ed interpretazione dei risultati. ‘Io e l’Asma’ è la sintesi perfetta di questi punti”, ha concluso Pecorelli.