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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Carcinoma a cellule renali avanzato. Da Nivolumab in associazione a cabozantinib beneficio duraturo in termini di sopravvivenza

immagine 16 febbraio - I risultati del follow-up a due anni dello studio di fase 3 CheckMate -9ER, presentati all’Asco Gu 2022, mostrano benefici duraturi di efficacia e miglioramenti della qualità di vita correlata allo stato di salute grazie a nivolumab in associazione a cabozantinib rispetto a sunitinib nel trattamento di prima linea del carcinoma a cellule renali avanzato
Benefici duraturi di sopravvivenza e tassi di risposta, oltre a miglioramenti della qualità di vita correlata allo stato di salute, con l’associazione di nivolumab e cabozantinib rispetto a sunitinib nel trattamento di prima linea del carcinoma a cellule renali avanzato (RCC).
 
Questi i risultati del follow-up a due anni (minimo 25,4 mesi; mediana di 32,9 mesi) emersi dalle analisi dello studio di fase 3 CheckMate -9ER annunciati da Bristol Myers Squibb e Ipsen. I risultati aggiornati saranno presentati in due poster al Genitourinary Cancers Symposium dell’American Society of Clinical Oncology (Asco) 2022, dal 17 al 19 febbraio.
 
“I nuovi dati dallo studio CheckMate -9ER, che valutano nivolumab e cabozantinib, sono significativi per i pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato di prima linea perché forniscono ulteriore prova dei benefici di efficacia oltre a risultati favorevoli sulla qualità di vita riferita dai pazienti trattati con questa associazione – afferma Toni Choueiri, M.D., Direttore del Lank Center for Genitourinary Oncology al Dana-Farber Cancer Institute e Jerome e Nancy Kohlberg Professor of Medicine alla Harvard Medical School – come medici, siamo continuamente alla ricerca di terapie che possano aiutare sempre più pazienti a gestire la malattia senza riportare un peggioramento nella loro qualità di vita.”

Abstract #350: Final overall survival analysis and organ-specific target lesion assessments with 2-year follow-up in CheckMate -9ER: nivolumab plus cabozantinib vs sunitinib for patients with advanced renal cell carcinoma (Powles, et. al.) 2
Con un follow-up mediano di 32,9 mesi (minimo 25,4 mesi), nivolumab in associazione a cabozantinib (n=323) continua a mostrare una superiorità in sopravvivenza globale (OS), sopravvivenza libera da progressione (PFS), tasso di risposta obiettiva (ORR), durata della risposta (DoR) e risposta completa (CR) rispetto a sunitinib (n=328). Non sono emersi nuovi segnali di sicurezza con l’estensione del follow-up.
Nella popolazione globale dello studio:
OS: All’analisi finale della OS, nivolumab in associazione a cabozantinib ha continuato a mostrare miglioramenti clinicamente significativi nella OS mediana (37,7 mesi vs. 34,3 mesi), e ha dimostrato una riduzione del 30% del rischio di morte (Hazard Ratio [HR] 0,70; 95% Intervallo di Confidenza [IC]: 0,55 – 0,90) rispetto a sunitinib.
PFS: i benefici della PFS sono stati mantenuti, con l’associazione che continua a raddoppiare la PFS mediana rispetto a sunitinib (16,6 mesi vs. 8,3 mesi, rispettivamente; HR 0,56; IC 95%: 0,46 – 0,68).
ORR e DoR: I benefici di ORR sono stati sostenuti, con quasi il doppio dei pazienti che risponde a nivolumab in associazione a cabozantinib vs sunitinib (55,7% vs 28,4%). Le risposte erano anche più durature con la combinazione, con una DoR mediana di 23,1 mesi, rispetto a 15,1 mesi con sunitinib.
CR: i tassi di CR sono più che raddoppiati tra i pazienti trattati con l’associazione, con il 12,4% che hanno raggiunto una CR rispetto al 5,2% di quelli trattati con sunitinib.
DCR: i vantaggi in termini di DCR con la combinazione rispetto a sunitinib si sono conservati con l’aumentare del follow-up (88,2% vs 69,3%).
Sicurezza: il 97,2% dei pazienti trattati con nivolumab più cabozantinib (n=320) ha sviluppato eventi avversi correlati al trattamento (TRAE) di qualsiasi grado, rispetto al 93,1% dei pazienti trattati con sunitinib (n=320); il 65,0% vs. 54,1% ha presentato rispettivamente un TRAE di grado ≥3.
Inoltre, in un’analisi esploratoria della profondità delle risposte nelle lesioni target per sito d’organo, una percentuale più elevata di pazienti ha sperimentato vantaggi in termini di riduzione del tumore con nivolumab in associazione a cabozantinib rispetto a sunitinib nelle lesioni target a livello di polmone (90,5% vs. 76,0%), linfonodi (88,4% vs. 7,6%), rene (89,0% vs. 71,6%), fegato (72,7% vs. 53,8%) e osso (85,2% vs. 65,0%).
 
Abstract #323: Health-related quality of life (HRQoL) in previously untreated patients with advanced renal cell carcinoma (aRCC): CheckMate -9ER updated results. (Cella, et. al.)3
 
In un’analisi separata dello studio CheckMate -9ER con un follow-up mediano di 32,9 mesi, i pazienti hanno continuato a riportare benefici clinicamente significativi nella qualità di vita correlata allo stato di salute (HRQoL) con nivolumab in associazione a cabozantinib rispetto a sunitinib. I punteggi di HRQoL sono migliorati o mantenuti nel tempo tra i pazienti trattati con l’associazione, mentre una riduzione dei punteggi è stata osservata con sunitinib. Inoltre, coloro che hanno ricevuto nivolumab in associazione a cabozantinib avevano il 48% in meno di probabilità di essere particolarmente disturbati dagli effetti collaterali del trattamento rispetto ai pazienti nel braccio di sunitinib. Questi outcome esplorativi sono stati misurati utilizzando il Functional Assessment of Cancer Therapy Kidney Symptom Index-19 (FKSI-19), uno strumento specifico per misurare la qualità di vita in pazienti con tumore del rene, ed il questionario EQ-5D-3L.
“I risultati di queste analisi dello studio CheckMate -9ER forniscono ulteriori evidenze cliniche a supporto di nivolumab in associazione a cabozantinib come importante trattamento di prima linea per i pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato che possono beneficiare di un regime di immunoterapia più un inibitore delle tirosin-chinasi – afferma Dana Walker, Md, M.S.C.E., vice president, development program lead, genitourinary cancers, Bristol Myers Squibb – questi risultati esemplificano la natura collaborativa del nostro approccio alla ricerca e sviluppo, e dimostrano come stiamo lavorando nel panorama sanitario per esplorare come le nostre terapie potrebbero funzionare con meccanismi di azione potenzialmente complementari per aiutare più pazienti a raggiungere risultati migliori e più duraturi.”
 
Steven Hildemann, M.D. Ph.D., Executive Vice President, Chief Medical Officer, Head of Global Medical Affairs and Global Patient Safety, Ipsen, afferma: “Questi nuovi dati dello studio CheckMate -9ER si basano sui benefici di efficacia sostenuta precedentemente dimostrati con l’associazione di cabozantinib e nivolumab in tutti i gruppi di pazienti a rischio. Siamo felici di vedere che questi benefici di sopravvivenza duraturi sono ulteriormente supportati da un continuo mantenimento della qualità della vita correlata alla salute. La valutazione della prospettiva del paziente è stata elemento integrante delle analisi dello studio CheckMate -9ER, assicurando che i dati siano rappresentativi della popolazione di pazienti e delle loro priorità. Con questo crescente corpo di evidenze per l’associazione di cabozantinib e nivolumab, siamo fiduciosi del potenziale che possono avere questi dati in contesti reali, in tutto il mondo”.
 
Lo studio CheckMate -9ER CheckMate -9ER è uno studio in aperto, randomizzato, multicentrico, di fase 3, che valuta pazienti con carcinoma a cellule renali (RCC) avanzato o metastatico non precedentemente trattato.
In totale, 651 pazienti (23% a rischio favorevole, 58% a rischio intermedio, 20% a rischio sfavorevole; 25% PD-L1≥1%) sono stati randomizzati a ricevere nivolumab più cabozantinib (n=323) vs. sunitinib (n=328). L’endpoint primario è la sopravvivenza libera da progressione (PFS). Endpoint secondari includono la sopravvivenza globale (OS) e il tasso di risposta obiettiva (ORR). L’analisi primaria di efficacia confronta la terapia di combinazione rispetto a sunitinib in tutti i pazienti randomizzati. Lo studio è sponsorizzato da Bristol Myers Squibb e Ono Pharmaceutical Co e co-finanziato da Exelixis, Ipsen e Takeda Pharmaceutical Company Limited.
 
Il carcinoma a cellule renali (RCC) è il più comune tipo di tumore del rene negli adulti, che conta più di 431.000 nuovi casi e 179.000 morti nel mondo ogni anno.4,5 Il carcinoma a cellule renali è circa due volte più comune negli uomini che nelle donne, con i più alti tassi di malattia in Nord America e in Europa.5 Il tasso di sopravvivenza a cinque anni nei pazienti con diagnosi di tumore del rene metastatico o avanzato è del 13.9%.6
 
Nivolumab è un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, che è stato progettato per potenziare il nostro sistema immunitario al fine di ristabilire la risposta immunitaria anti-tumorale. Rinforzando il nostro sistema immunitario contro il cancro, nivolumab è divenuto un’importante opzione di trattamento per molti tipi di tumore.
Il programma globale di sviluppo di nivolumab si basa sulle conoscenze scientifiche di Bristol Myers Squibb nel campo dell’immuno-oncologia e include un’ampia gamma di studi clinici, in tutte le fasi della sperimentazione, compresa la fase 3, in molti tipi di tumori. Ad oggi, nel programma di sviluppo clinico di nivolumab sono stati arruolati più di 35.000 pazienti. Gli studi clinici con nivolumab hanno contribuito ad approfondire le conoscenze sul potenziale ruolo dei biomarcatori nella cura dei pazienti, in particolare nel modo in cui essi possano beneficiare di nivolumab trasversalmente ai livelli di espressione di PD-L1.
A luglio 2014, nivolumab è stato il primo inibitore del checkpoint immunitario PD-1 al mondo ad aver ottenuto l’approvazione dalle Autorità Regolatorie. Attualmente è approvato in più di 65 Paesi, inclusi gli Stati Uniti, l’Unione Europea, il Giappone e la Cina. A ottobre 2015, la combinazione di nivolumab e ipilimumab è stato il primo regime in campo immuno-oncologico a ricevere l’approvazione dalle Autorità Regolatorie per il trattamento del melanoma metastatico ed è attualmente approvata in più di 50 Paesi, inclusi gli Stati Uniti e l’Unione Europea.
Cabozantinib. Negli Stati Uniti, cabozantinib in compresse è approvato per il trattamento di pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato (RCC); per il trattamento di pazienti con carcinoma epatocellulare precedentemente trattati con sorafenib; per i pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato (RCC) come trattamento di prima linea in combinazione con nivolumab; e per pazienti adulti e pediatrici di età pari o superiore a 12 anni con DTC localmente avanzato o metastatico che è progredito dopo una precedente terapia VEGFR-mirata e che sono refrattari allo iodio radioattivo o non idonei. Al di fuori degli Stati Uniti, cabozantinib è attualmente approvato in 60 paesi, compresi gli stati membri dell’Unione Europea. Cabozantinib è approvato anche in combinazione con nivolumab come trattamento di prima linea per le persone che vivono con carcinoma a cellule renali avanzato (RCC), negli stati membri dell’Unione Europea, Gran Bretagna, Norvegia, Islanda, Svizzera, Taiwan, Singapore, Emirati Arabi Uniti, Australia, Cile, Israele e Federazione Russa.
 
 
Bibliografia
  1. ASCO Meetings. Attend | Genitourinary Cancers Symposium. Last accessed: January 2022
  2. Powles et al., ASCO-GU 2022. Final overall survival analysis and organ-specific target lesion assessments with 2-year follow-up in CheckMate -9ER: nivolumab plus cabozantinib vs sunitinib for patients with advanced renal cell carcinoma.
  3. Cella, et al., ASCO-GU 2022. Health-related quality of life (HRQoL) in previously untreated patients with advanced renal cell carcinoma (aRCC): CheckMate -9ER updated results.
  4. American Cancer Society. What Is Kidney Cancer? Last accessed: January 2022
  5. GLOBOCAN 2020. Kidney. Last accessed: January 2022.
  6. Cancer Stat Facts: Kidney and Renal Pelvis Cancer. Last accessed: January 2022
     
16 febbraio 2022
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