(Reuters Health) – Prolungando il sonno ai livelli raccomandati di otto ore e mezza, le persone con obesità tendono a consumare quasi 300 calorie in meno durante il giorno. È quanto osservato in un trial clinico pubblicato su JAMA Internal Medicine da un team di ricercatori guidato da
Esra Tasali, dell’University of Chicago Sleep Center (USA).
Il gruppo, tra il 2014 e il 2020, ha coinvolto 80 adulti con obesità che dormivano, in genere, meno di sei ore e mezza. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi, di cui uno continuava a dormire le stesse ore di sempre, mentre un altro prolungava il sonno fino a dormire otto ore e mezza per notte. I partecipanti erano uomini e donne di età compresa tra 21 e 40 anni con un BMI compreso tra 25 e 29,9.
Durante le quattro settimane di studio, le persone che appartenevano al gruppo che dormiva più a lungo, hanno aumentato in modo significativo la durata media del sonno di circa 1,2 ore per notte, rispetto al gruppo di controllo. Anche l’assunzione di calorie, tra questi partecipanti, è diminuita significativamente rispetto ai controlli, di 270 calorie al giorno.
“Abbiamo misurato in modo obiettivo l’apporto calorico con un test sulle urine, senza chiede ai partecipanti di annotare e ricordare cosa avessero mangiato”, spiega Tasali, secondo il quale “il messaggio da portare a casa è che mantenere una durata del sonno vicina ai livelli consigliati può prevenire l’obesità e aiutare nei programmi dimagranti”.
Secondo
Phyllis Zee, della Northwestern University di Chicago (USA), che non ha partecipato alla sperimentazione, i risultati di questo studio “supportano la crescente evidenza dell’importanza di dormire per la salute metabolica”. Inoltre, “fattori quali orario dei pasti e/o del sonno o esposizione alla luce della sera possono influenzare la funzione metabolica e dare un contributo all’assunzione di energia”, conclude l’esperto.
Fonte: JAMA Internal Medicine
Linda Carroll
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)