Sono stati incassati ieri 1.314.195,06 euro di rimborso per la mancata retribuzione degli anni di specializzazione di 21 medici, prevalentemente umbri. Una media di 62.000 euro a testa. Dopo aver vinto in primo grado con la Sentenza n.1367/10, i medici, seguiti dalla Fp Cgil Medici guidata dal segretario regionale
Nicola Preiti e dal Prof.
Carlo Calvieri, hanno vinto anche in secondo grado con la sentenza n. 14/14, del Tribunale di Perugia, che è diventata esecutiva ed ha determinato l'attuale risarcimento.
Nel dettaglio, la restituzione della somma è dovuta ai medici a causa del mancato adeguamento dello Stato italiano alle due direttive CEE, la n. 363 del 1975 e la n. 76 del 1982, che prevedevano un’adeguata remunerazione per il periodo di specializzazione dei medici. Il problema è che l’Italia ha recepito le norme in ritardo, applicandole solo per coloro che hanno frequentato le scuole di specialità dal 1992 in poi, senza alcun rimborso per gli specializzandi degli anni precedenti.
“Il percorso di questo procedimento è stato molto complesso e l'esito non era per nulla scontato. In pochi ci credevano nel 2000. Molte OOSS sconsigliavano perfino ai loro iscritti il ricorso. Ma noi ci abbiamo creduto forti di avere tutte le carte in regola e le capacità tecniche per riuscire a far riconoscere il diritto ai medici e ci siamo riusciti”, hanno dichiarato in una nota congiunta Nicola Preiti e Carlo Cavieri. “La complessità del procedimento – prosegue la nota - ha richiesto l'assoluta dedizione in ogni fase del procedimento. Una prima svolta nel riconoscimento del diritto si deve ad alcune sentenze della Corte di Cassazione. Accogliendo (indirettamente) la correttezza delle tesi da noi sostenute fin dal primo grado, la Corte ha stabilito la prescrizione in dieci anni, per i medici che hanno svolto la specializzazione dal 1983 al 1991. Pertanto il diritto si considera prescritto dal 27 ottobre 2009, a dieci anni da quando lo Stato italiano ha finalmente recepito le direttive comunitarie. E noi ci siamo rientrati abbondantemente”.
“Abbiamo ancora in itinere altri due procedimenti, partiti insieme, che riguardano circa 70 ulteriori posizioni di medici anche di altre regioni e che speriamo di portare al più presto in positiva conclusione. Essere riusciti, in questo periodo di difficoltà economica e della categoria, ad ottenere un giusto riconoscimento per i medici ci gratifica e ci ripaga delle difficoltà ed amarezze della lunga trafila giudiziaria, hanno concluso Preiti e Calvieri.