26 gennaio -
Quanto detto da Errani, al termine dell’odierna Conferenza dei Presidenti delle Regioni convocata per il Patto per la Salute, lascia alquanto perplessi. Scrive Errani: “Le diverse ipotesi tecniche, circolate in precedenza, non sono state discusse, né vagliate” e “quindi, di per sé, non rappresentano la base della nostra discussione”. Cosa avrà voluto dire?
Per cercare di capirlo facciamo un passo indietro. L’11 gennaio scorso viene annunciata l’intenzione delle Regioni di procedere alla messa a punto di un primo documento di proposta per il Patto entro il 26 gennaio. Il 24 gennaio il documento, elaborato dai direttori generali degli assessorati alla Sanità regionali, è pronto e passa all’esame degli assessori alla Sanità e al Bilancio. Il 25 gennaio gli assessori concludono l’esame e trasmettono il tutto, senza modifiche e con l’aggiunta di una loro nota introduttiva, alla Conferenza dei Presidenti programmata per il giorno successivo. La Conferenza si apre oggi alle 10 del mattino e si chiude alle 13, con il comunicato stampa di Errani che, come abbiamo visto, liquida di fatto quel documento, aggiornando la seduta a quindici giorni dopo, senza entrare nel merito di nessuna delle proposte (ridimensionate a ipotesi tecniche) formulate fino a quel momento.
A questo punto, sostenere che tutto quel lavoro (51 pagine di analisi e proposte) sul quale si sono impegnati la prima linea dei dirigenti degli assessorati e gli stessi assessori di Sanità e Bilancio, non sia stato degnato di uno sguardo, ci sembra francamente poco credibile.
Del resto, se così fosse, viene da chiedersi di cosa abbiano parlato i presidenti nella loro Conferenza. E non ci vuole molto fiuto ad ipotizzare che in realtà i veri motivi del rinvio e della presa di distanza dal documento tecnico, siano da ricercare in possibili quanto plausibili posizioni divergenti tra le Regioni su particolari proposte avanzate proprio in quel documento, che oggi si è voluto accantonare così brutalmente.
Questo ragionamento spiegherebbe anche il perché di un altro passaggio della nota stampa di Errani, laddove si dice che: “C’è comunque unità da parte delle Regioni ad affrontare un processo di qualificazione e riorganizzazione del Ssn attraverso il Patto per la salute”.
“Comunque” rispetto a cosa, se non alle diverse ipotesi sul tappeto per fare quadrare i conti con i tagli imposti dalla manovra di luglio 2011? E quindi sui ticket, le esenzioni, le cure primarie e così via?
E ancora, sempre nella stessa nota di Errani, si è voluto ribadire che: “il livello di finanziamento 2013-2014, così come previsto dalla manovra dell’agosto scorso è, per le Regioni, insostenibile”. Come a dire, non sappiamo ancora cosa proporremo, ma su una cosa “comunque” siamo tutti d’accordo: i soldi a disposizione per la sanità non bastano.
Ora tutto è rinviato alla prima decade di febbraio. Non ci è dato sapere se quel documento in qualche modo “misconosciuto” dai Presidenti verrà riscritto completamente o meno. Ma una cosa è certa, la partita del Patto per la Salute si conferma tutt’altro che una passeggiata.
Cesare Fassari e Eva Antoniotti