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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Lettere al Direttore

Ma le Regioni il Pnrr lo hanno letto? Il caso delle Marche

di Claudio Maria Maffei
5 luglio - Gentile Direttore,
mentre ferve a livello nazionale un grande dibattito sulla corretta interpretazione e sulla possibile migliore gestione del Pnrr, in alcune Regioni di questo Piano arrivano echi talmente deboli da non influire sulle loro scelte più importanti. Regioni per cui la bussola non è la sanità che il Pnrr intende pur con tanti limiti costruire, ma la sanità dei programmi elettorali della Giunta in carica. In casi come quello delle Marche, può succedere che la direzione presa per la sanità vada in senso opposto da quella indicata nel Pnrr e cioè venga promesso il potenziamento della rete ospedaliera (di cui si parla sempre)  a scapito della rete territoriale di servizi (di cui non si parla mai).
 
La colpa purtroppo è un po’ anche del Pnrr, perché  purtroppo sul tema della rete ospedaliera, come del resto su quella della residenzialità, il Pnrr è generico e nonostante sia destinatario di importanti risorse (8,6 miliardi) manca una visione riformatrice del ruolo dell’ospedale.
 
Non è un caso che su QS sia stato avviato un forum che aiuti a colmare questa lacuna. Ma nel suo impianto complessivo il Pnrr è chiaro: la casa come primo luogo di cura e potenziamento  della assistenza territoriale. E perché questo avvenga è indispensabile una razionalizzazione oltre che una qualificazione della rete ospedaliera e ciò può essere fatto in tempi compatibili con quelli del Pnrr, come ho  già avuto modo qui su QS di sottolineare, solo dando applicazione al DM 70 modificato in alcuni punti.
 
Tornando  all’atteggiamento delle Regioni nei confronti del Pnrr,  il caso della Regione Marche al riguardo può essere considerato un caso di scuola. In questa Regione (che è ovviamente la mia Regione) sta emergendo con grande chiarezza una doppia linea di tendenza: attenzione esclusiva alla rete ospedaliera, rinuncia alla revisione della rete ospedaliera sulla base del DM 70, scelta di mantenere ed anzi aumentare la frammentazione ospedaliera che storicamente la caratterizza e quindi depotenziamento ulteriore del territorio. Come ormai tipico della gestione della sanità di questa Regione sono i media locali a dare le informazioni che servono per capire la direzione delle scelte prese. E dalle notizie riportate dai  media si ricavano alcune chiare indicazioni.
 
La prima notizia riguarda una iniziativa tenutasi il 17 giugno scorso in un piccolo comune, Sassocorvaro Auditore,  in cui la Giunta ha inaugurato la serie di incontri dal titolo “La Regione ascolta i territori” finalizzata a programmare “insieme” il nuovo assetto della sanità marchigiana. In questa occasione si è ventilata l’ipotesi di riapertura del Punto di Primo Intervento ospedaliero in quel Comune (dove c’è oggi un Ospedale di Comunità) dando la speranza agli amministratori locali di un ritorno all’ospedale di un tempo.
 
Poi nei giorni successivi è uscita la comunicazione che lunedì 28 giugno sarebbe andata in Giunta la proposta di modifica al precedente Piano socio-sanitario per giungere alla realizzazione del nuovo ospedale di Pesaro dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord lasciandolo strutturalmente separato dall’altro presidio dell’Azienda con sede a Fano (a circa dieci chilometri di distanza). Questa scelta si contrappone a  quella della precedente Giunta che aveva avviato e quasi concluso il percorso per  fare un Ospedale unico tra le due sedi.
 
Nelle ipotesi della Giunta la struttura di Pesaro crescerebbe di alcune specialità  e quella di Fano manterrebbe  “le sue prerogative attuali restando Dipartimento di Emergenza ed Accettazione di Primo Livello”. La terza è che secondo l’Assessore ai lavori pubblici della Regione Marchesi sta “disegnando un piano di edilizia sanitaria che riguarderà la quasi totalità delle strutture ospedaliere della regione, senza distinzione tra territori o tra interessi di una rozza geopolitica del passato che non appartiene a chi, al contrario, ha una visione unitaria delle Marche.” Il DM 70 espressione di una rozza geopolitica: mi mancava.
 
Queste scelte (riapertura dei piccoli ospedali e mantenimento delle doppie strutture con DEA di primo livello distanti solo pochi chilometri) sono coerenti con analoghe “promesse” che verranno verosimilmente fatte nelle successive tappe del  tour di ascolto delle comunità marchigiane. Non a caso nella seconda tappa a Macerata l’Assessore Saltamartini ha confermato un passo indietro nel progetto di integrazione dei due ospedali di Macerata e Civitanova Marche (vicini e con DEA di primo livello entrambi) e “promesso” un inizio dei lavori a Macerata nel 2022.
 
Le Marche si avvierebbero dunque non solo a confermare, ma - se possibile - rafforzare, una rete ospedaliera ridondante non come posti letto (che oggi è scelta opportuna), ma come numero e dimensioni delle strutture ospedaliere (che continua ad essere scelta sbagliata). Queste scelte non solo confliggono con le indicazioni centrali a partire dal DM 70, ma confliggono anche  col fatto che di alcune figure professionali, in particolare di alcuni specialisti medici e degli infermieri (ma non solo), vi è già oggi nelle Marche una drammatica carenza, testimoniata ad esempio dalla drammatica situazione delle strutture socioassistenziali per anziani e dal fatto che in alcuni Servizi di Pronto Soccorso delle Marche alcuni turni vengano coperti da personale medico messo a disposizione da Cooperative.
 
La domanda che a livello di sistema occorre porsi è: come si prevengono/individuano/contrastano questi atteggiamenti autarchici di alcune  Regioni? Il Pnrr superato il vaglio dell’Europa dovrà superare o meglio rimuovere al più presto questo scoglio. Se non si vuole che dopo aver “vinto” in Europa perdiamo “in casa”. E non penso che questo valga solo per le Marche, che però costituiscono -lo ripeto- un caso di scuola quanto a indifferenza politica nei confronti degli indirizzi che il Pnrr ha chiaramente indicato prendendosi un impegno con l’Europa. Una occhiata severa ai Piani di Edilizia Sanitaria delle Regioni io ad esempio la darei …
 
Claudio Maria Maffei
Coordinatore scientifico Chronic-On
5 luglio 2021
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