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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Lettere al Direttore

Legge Gelli, Tsrm e obbligo assicurativo

di Antonio Alemanno e Francesco Sciacca
23 novembre - Gentile Direttore,
la Legge 8 marzo 2017 n. 24 ha introdotto l’obbligo per ciascun professionista sanitario di stipulare, con oneri a proprio carico, un’adeguata polizza di assicurazione per colpa grave. Essendo la responsabilità di carattere individuale e i relativi costi a proprio carico, la stipula della polizza non dovrebbe essere imposta da scelte assicurative individuate da organizzazioni professionali. Ciò nonostante, la Federazione nazionale dei Tecnici di radiologia sta concludendo una gara per una polizza di carattere impositivo per tutti i 28.000 professionisti iscritti ai collegi professionali.

Altre professioni sono state molto più caute: gli infermieri puntano ad una convenzione con un ente assicurativo da individuare con gara europea, i medici sono in attesa che la Legge Gelli chiuda il suo corso con la pubblicazione dei decreti applicativi.

Nonostante i numerosi vantaggi di carattere pratico di una polizza unica (risparmio, omogeneità delle condizioni garantite a tutti gli iscritti, ecc..), può un’organizzazione professionale prevaricare le scelte individuali in merito ad un prodotto assicurativo soggetto al libero mercato? Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), la decisione della Federazione “non appare sollevare criticità concorrenziali”, sta di fatto che i costi della polizza saranno gestiti con gli stessi meccanismi di imposizione fiscale riservati alla quota annua.

Un conto è porre le basi di tutela professionale, così come ha giustamente fatto il gruppo di lavoro in seno alla Federazione dei Collegi quando ha individuato i requisiti minimi della polizza, e un altro è farsi prendere la mano e imporre l’assicurazione anche a coloro che ne hanno già da tempo una.
Se poi si considera che tale “decisione impositiva” è stata presa scartando a priori la possibilità di dialogo e di confronto con gli iscritti, e cioè senza convocare le assemblee, il rischio di una deriva autoritaria è molto alto, soprattutto in vista di un futura trasformazione da collegio in un ordine che ospiterà tante altre professioni sanitarie.

Forzature come questa della Federazione nazionale TSRM, pongono alla ribalta il tema dei collegi quali enti decontestualizzati rispetto alle norme attuali (trattamento dei dati personali, trasparenza dei bilanci, ecc..), ponendoli invece in contesti consegnati alla storia, dove il potere personale dei presidenti, eletti con sistemi elettorali da terzo mondo, non dà nessuna possibilità ai loro iscritti di esercitare una effettiva decisionalità.

TSRM dott. Antonio Alemanno
TSRM dott. (PhD) Francesco Sciacca
23 novembre 2017
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