4 settembre -
Gentile direttore,
è singolare che in un intervento tutto incentrato su tagli, tasse, risparmi e politica, la presidente della Federazione Nazionale Collegi IPASVI abbia trovato il modo di attaccare il sindacato di categoria NurSind.
Sì perché, fra le molte cose dette nell’intervento sulla manovra finanziaria rispetto al SSN e alle aspettative degli infermieri (peraltro cose ampiamente condivisibili visto che molte delle tematiche citate sono state più volte affrontate proprio da NurSind) la presidente Mangiacavalli infila una frase che, pur non citando espressamente il sindacato NurSind, ne stigmatizza l’azione.
Dice Mangiacavalli: ognuno faccia la sua “vera parte”. Sindacati e associazioni sinergicamente lavorino su piattaforme contrattuali che possano finalmente riconoscere le competenze e non solo il “disagio”, evitando di proporre soluzioni “facili” che rischiano di far guardare il dito e non la luna (un articolo del codice deontologico non è certo l’origine di tutti i mali e la divisa unica non fa superare le “questioni” professionali del momento).
Per chi non lo sapesse, NurSind si è fatto promotore di una petizione per l’abolizione dell’articolo 49 del codice deontologico dell’infermiere e di una richiesta di individuazione chiara della professione sulle divise degli infermieri.
Iniziative che ad un osservatore attento e non prevenuto delle dinamiche sindacali, appaiono evidentemente collaterali alla vera azione istituzionale del sindacato.
Anche se, in verità, la prima questione, quella dell’abolizione dell’art 49 del codice deontologico dell’infermiere in cui si afferma che “
l’infermiere (…) compensa le carenze e i disservizi che possono eccezionalmente verificarsi nella struttura in cui opera” entra a pieno titolo nel percorso di miglioramento della percezione sociale della figura professionale infermieristica.
Peraltro suona tra l’altro strana l’accusa a NurSind di usare come “ soluzione facile” l’abolizione dell’art. 49.
Se è così facile, IPASVI è in grado di metterla subito in atto abolendo l’art 49 visto che esso non aggiunge niente alle competenze dell’infermiere.
A meno che per IPASVI fare il lavoro degli OSS, degli amministrativi, dei centralinisti, dei portieri, per compensare le carenze e i disservizi che possono verificarsi nelle nostre aziende sanitarie, siano competenze infermieristiche.
La seconda questione, l’idea che nel marasma generale delle “corsie” l’infermiere possa essere facilmente identificato e non scambiare tutti per “infermieri”, non vuole essere una soluzione facile ma un riconoscimento dovuto al professionista. (
vedi articolo).
Piccole cose appunto. Detto questo, siamo sinceramente confusi: in alcuni interventi dei mesi scorsi, proprio Mangiacavalli aveva dichiarato che “anche dalle piccole cose” si può iniziare a fare il bene della categoria. Non saranno sfuggiti infatti gli interventi della presidente, non proprio su grandi temi professionali, sul
ruolo dei media o quello proprio sulla identificazione dei professionisti
all’interno delle strutture sanitarie.
Adesso, il cambio di rotta: contrordine, ci dice, le piccole cose non debbono essere prese in considerazione. E addirittura le usa per bacchettare il sindacato di categoria.
Adesso, secondo Mangiacavalli, il riconoscimento delle competenze (avanzate?) che ormai sono il solo cavallo di battaglia di Ipasvi, sono la soluzione a tutti i mali della categoria.
Adesso, secondo Mangiacavalli, non si deve più parlare del disagio che la categoria vive perché saranno appunto le competenze avanzate a farlo scomparire.
Ci appare peraltro paradossale che la Presidente Mangiacavalli chieda “un fronte comune” e poi, nella completa impassibilità delle organizzazioni sindacali confederali sulle problematiche della categoria (a parte il consenso, guarda caso, alle “competenze avanzate”…), stigmatizzi invece due tematiche che NurSind ha portato avanti in questi mesi, pensando che siano la sola azione sindacale del sindacato di categoria.
Tuttavia quello che è purtroppo evidente, è il fatto che la Presidente ha prestato poca attenzione a quanto NurSind, nella persona del segretario nazionale Bottega, ha fatto e detto in questi mesi, altrimenti non le sarebbe sfuggito l’annuncio della presentazione di una piattaforma sindacale rivendicativa prettamente infermieristica (uscita ufficialmente nelle stesse ore delle dichiarazioni della presidente ma appunto ampiamente annunciata) rendendo le sue affermazioni quantomeno intempestive.
Se la presidente o i suoi consiglieri facessero più attenzione al mondo che li circonda e non vi fosse un malcelato preconcetto nei confronti di NurSind e visto che, finalmente, la FNC IPASVI interviene nel dibattito anche sui temi sindacali (ricordiamo le distanze degli ultimi anni della FNC proprio dai temi “sindacali”) forse non avrebbe ridotto il ruolo del sindacato infermieristico alle sole due proposte di cui sopra.
Bastava leggere quanto il 18 agosto scorso il
segretario nazionale NurSind rispondeva all’intervento del sottosegretario De Filippo.
Nostro malgrado, dobbiamo prendere atto che cambiano i presidenti ma la FNC IPASVI sempre e comunque rimane ostile al sindacato di categoria.
Ci eravamo illusi che le cose avessero preso una strada diversa con l’avvento della presidenza Mangiacavalli e per questo ci chiediamo se l’esternazione della Presidente non sia dettata da esigenze di equilibri interni: una “palla al balzo” presa per attaccare solo ed esclusivamente NurSind da parte di chi ancora nel comitato centrale vede il sindacato di categoria come un nemico più che un alleato per raggiungere gli obiettivi della professione.
Certo è che nell’intervento di Mangiacavalli, ci sono temi di cui IPASVI a parole da tempo minaccia sfaceli, ma che poi in realtà non affronta con i fatti.
Un esempio su tutti, il problema della mobilità: NurSind ha promosso una petizione a livello nazionale per rimuovere il blocco imposto dalla normativa. Non ci risultano interventi in tal senso, ad esempio emendamenti alla legge di stabilità tesi al superamento del blocco, da parte di chi nel comitato centrale IPASVI riveste anche un ruolo politico di primo piano.
Invece anche sulla
mobilità parole e solo parole. Non dimentichiamo inoltre ancora quanto detto dell’attuale Presidente che minaccia la discesa in piazza se
le aspettative degli infermieri non saranno soddisfatte. NurSind gli infermieri in piazza li ha portati il
3 novembre dello scorso anno e ha proclamato lo stato di agitazione il 5 settembre di quest’anno.
Stiamo ancora aspettando che la FNC IPASVI passi dalle parole ai fatti. Potrebbe essere questa l’occasione perché finalmente anche la FNC IPASVI riesca a fare qualcosa di concreto e “non tanto facile” per gli infermieri.
Daniele Carbocci
Segretario Amministrativo nazionale NurSind