29 luglio -
Gentile Direttore,
le scrivo sia come infermiera, sia come membro del Collegio Ipasvi di Pisa, per puntare il dito su un'agghiacciante dichiarazione partita dalla delegata lucana dell'assemblea del PD: Mirna Mastronardi. La persona in questione avrebbe pubblicato, suscitando non poco clamore mediatico, accompagnato allo sgomento di tutta la nostra categoria, tale dichiarazione: "Ho un tumore ma non mi arrendo (...) Per l'Infermiera non dovevo fare la mammografia (Cit.)".
L'articolo cita un aggiornamento di stato nel profilo personale della delegata PD.
Le considerazioni a seguire potrebbero essere innumerevoli, ma si capisce bene come a destare maggiormente sdegno e sconforto sia l'evidente volontà (inspiegabile nonostante i molteplici sforzi e tutte le possibili prospettive psicologiche del caso) di colpire la categoria "INFERMIERI", in questi tempi già abbastanza depauperata di dignità professionale.
Vorrei inoltre puntare l'attenzione sul fatto che suona alquanto atipico che un infermiere possa opporsi all'esecuzione di un esame in cui non è coinvolto, né come esecutore né come prescrittore e soprattutto: quale sarebbe la finalità?
Perché arrogarsi un diritto che non regala altro che il peso di una responsabilità che non ci compete?
Abbiamo inviato immediatamente segnalazione ai nostri vertici nazionali che, solo pochi giorni fa, nella persona della nostra presidente Mangiacavalli,
avevano chiesto la collaborazione di tutti i media proprio per far chiarezza il più possibile su tutto ciò che riguarda la nostra figura, scongiurando tutte le possibili confusioni disinformative.
Con tutto il rispetto per la malattia, ben compresa e rispettata da noi infermieri che conviviamo ogni giorno con stati di sofferenza ben lontani da tutte le strategie politiche che ci stanno affossando (non solo mediaticamemte), vorrei porgere la mano a tutte le persone che, come la succitata delegata politica, la prendono "per quello che è", "per quello che siamo": PERSONE innanzitutto, che hanno l'onore e l'onere di compartecipazione a percorsi mai facili, mai scontati e, spesso, spettatori silenti di sofferenza che non chiedono nulla, se non il rispetto per la propria professione che amano...nonostante tutto.
Stefania Burgio