2 gennaio -
Gentile direttore,
ho letto recentemente un articolo, da voi pubblicato (18/12) su
Quotidiano Sanità, a firma del dott. Stefano Cagno. Sono parecchi anni che seguo le problematiche relative alla sperimentazione scientifica condotta sul modello animale e mi compiaccio per quanto dichiarato dal collega. Nei miei anni di studi universitari ero convinta che la sperimentazione animale, non solo fosse utile, ma indispensabile per la Scienza. Con il tempo però e con mia grande sofferenza, ho scoperto che la sperimentazione animale è un mezzo che serve soltanto a chi la pratica e a chi la utilizza come alibi per produrre continuamente nuove molecole non sempre veramente utili, sicure e senza rischio per l'uomo. Credevo a tal punto nella validità predittiva della ricerca condotta sugli animali che per qualche anno, da studentessa di medicina, ho partecipato a sperimentazione clinica come volontario sano.
Solo ora ho la perfetta consapevolezza dei gravi rischi cui avrei potuto andare incontro! Studiando la tematica in questi anni (ho fatto parte anche del Comitato Etico per la Sperimentazione Clinica dell'Istituto Oncologico Veneto) mi sono resa conto che il modello animale, non essendo stato sottoposto a validazione è un metodo non scientifico! I fautori della sperimentazione animale continuano ad ignorare che esiste tutto un movimento di scienziati, medici, ricercatori, biologi, chimici, veterinari, che ne mettono in dubbio la validità scientifica. I vari ricercatori che la sostengono si ostinano a contrapporre il loro "metodo scientifico" alle convinzioni degli "animalisti". Il problema, a mio avviso, e come grazie anche voi è stato possibile evidenziare, per quanto si evince dalle affermazioni minuziose e precise del dott. Cagno, è un altro: il confronto deve restare sul piano scientifico a prescindere da qualsiasi lodevole posizione etica. Bisogna che chi pratica sperimentazione su animali ne dimostri la validità scientifica! Anche se il progresso della vera Scienza si sta sempre più allontanando dalla obsoleta ricerca condotta sugli animali, vedi soprattutto farmacogenomica e tossicogenomica e non solo.
Comunque la ringrazio per l'attenzione sperando di avere ancora l'opportunità di leggere altri articoli in questa direzione.
Maria Concetta Digiacomo
Medico di famiglia, specialista in medicina interna