29 novembre -
Gentile direttore,
l’8 e il 9 novembre scorso si è svolta la V Conferenza Nazionale Anaao Donne, gentilmente ospitata dal Comune di Firenze nella sala degli Specchi del palazzo Medici Riccardi. In un momento difficile per la sanità, e in una data a ridosso di importanti manifestazioni nazionali e dello sciopero del personale sanitario, ha registrato un importante successo in termini di partecipazione e consenso.
Il tema della Conferenza, ”Dalle Regioni alla ragione. Le ragioni delle donne che curano contro la sanità diseguale”, si rifà al percorso dell’autonomia differenziata (L. 86/2024) con l’obiettivo di affrontare questo focus dalla prospettiva delle donne che, oramai in maggioranza, compongono e sostengono complessivamente il sistema delle cure. Riprendendo anche il filo di una precedente iniziativa (Leadership Femminile. Quale, e per Quale Sanità? Giugno 2024), le ragioni delle donne che curano sono state lette attraverso un confronto e una convergenza delle numerose professioniste aderenti all’Anaao Assomed con le rappresentanti di diverse società scientifiche.
Le ragioni delle donne che curano sono molteplici e cruciali nell’attuale panorama sanitario e, se si guarda ai numeri del protagonismo femminile, coinvolgono un numero sempre maggiore di cliniche, ricercatrici, dirigenti sanitarie, accademiche. Che partono da una condizione comune a tutti i lavoratori della sanità, quella precarietà e indegnità delle condizioni di lavoro causa di disaffezione e violenza di cui si parla e si legge tutti i giorni. Nel tempo però, come dimostrato dagli studi dell’Area Formazione Femminile Anaao (www.lasanitàchevogliamo.it), parallelamente con l’emergere della femminilizzazione, si è sempre più chiaramente evidenziato che alla radice della attuale crisi c’è anche il modello organizzativo del sistema sanitario, che investe le pratiche cliniche e gli aspetti formativi. È oramai consapevolezza comune che, anche riguardo ai luoghi e alle prospettive, questo sistema appare oggi inospitale e respingente per tutti, donne e uomini. In un futuro molto prossimo, in cui le donne saranno ancor più dell’attuale 75% della forza lavoro in sanità, anche agli occhi di decisori politici storicamente lontani dall’idea di riforme strutturali, saranno sempre più evidenti le incompatibilità di tale organizzazione con i bisogni delle donne, con le differenti qualità e modalità del lavoro di cura come nell’affermarsi della loro autorevolezza.
Oggi donne laureate, specializzate e professionalizzate attraverso luoghi e curricula del secolo scorso che non prevedevano tale mutazione, sono chiamate a un replacement di stati maggiori tradizionalmente maschili, come sempre è successo nei momenti topici di crisi di sistema. Nel caso della sanità italiana questa crisi prospetta non solo un cambiamento di genere, ma anche un cambiamento strutturale caratterizzato dall’avanzare della sanità privata. Se questo è l’unico cambiamento strutturale all’orizzonte, come suonano false le promesse sempre più improbabili rispetto alle endemiche carenze di organico, le manovre via via più insoddisfacenti rispetto alla realtà di un lavoro oramai disumano e svalorizzato, e per le donne la formula magica della “conciliazione”, finora solo a spese delle donne.
Le ragioni delle donne hanno rappresentato la base dello svolgimento dei lavori, che ha fornito, come evidenziato dai riscontri delle partecipanti, spunti a carattere formativo nella prospettiva della differenza, in ambito storico-culturale, etico, deontologico, scientifico e sindacale, ad una vasta platea di dirigenti mediche e sanitarie che già si trovano a dialogare al letto del paziente con la tecnoscienza e l’AI, il management e il diktat neoliberista. Le tematiche affrontate, in modalità interattiva e in una prospettiva interdisciplinare, con contributi da teatro, storia, demografia, epigenetica, medicina, politica, hanno rappresentato un evento stimolante e coinvolgente apprezzato da relatrici, relatori e partecipanti.
Crisi del SSN e responsabilità femminile, dunque. Chiarezza sul modello già espresso della Sanità che Vogliamo. Autorevolezza e competenza nel segno della differenza. Un vero e proprio manifesto programmatico sul quale c’è ancora molto lavoro da fare.
Sandra MoranoCoordinatrice Area Formazione Femminile Anaao Assomed