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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Lettere al Direttore

Chiacchiere in libertà oppure impegno serio per affrontare le problematiche crescenti nel Ssn?  

di Alessandro Giustini
23 febbraio - Gentile Direttore,
da mesi tanti colleghi e “leoni di tastiera” si impegnano a proporre in questo Quotidiano variegate analisi delle criticità del nostro Servizio Sanitario purtroppo sempre più inefficiente: a mio parere si sono lette proposte molto importanti, valide ed articolate ma anche altre del tutto astruse e quanto meno vacue (temo basate sulla vacuità politica ed amministrativa con cui molti di questi “leoni” hanno talvolta firmato decenni di propri incarichi e responsabilità).

Mi auguro che il Governo voglia mostrare una concreta volontà di modificare radicalmente il SSN . Molte situazioni oramai sono intollerabili negli Ospedali ed ancora di più nella organizzazione territoriale che è il perno della trasformazione che il PNRR sta finanziando; che è il luogo della continuità assistenziale per tutti i cittadii e specialmente per i disabili, i fragili e gli anziani.

Credo appunto che la chiave di volta del recupero di efficienza del SSN sia proprio in un diverso rapporto di compiti e di sinergia tra il Territorio (cioè i servizi e le strutture di comunità integrando sanitario e sociale) che deve esser il centro di cura ed anche di sicurezza ed affidabilità per i Cittadini, e gli Ospedali destinati all’intervento appropriato nell’urgenza e nell’intensività specialistica.

I settori specialistici dovranno esser gestiti con questa logica in relazione prima di tutto alla numerosità, ripetitività e durata dei bisogni rispetto alla popolazione ed alla sua vita : le attività ed i servizi degli Ospedali (quelli pubblici come quelli privati che se convenzionati sono altrettanto pubblici ) debbono esser sempre più appropriati a questo ruolo di tempestività ed intensività ma al tempo stesso capaci di consegnare al Territorio informazioni e strumenti operativi per la continuità. Solo in tal modo si può mirare ad efficacia ed efficienza, ma anche a congruità degli investimenti.

Spero che tutti siano oramai a conoscenza che WHO ha introdotto da qualche anno accanto a Morbilità e Mortalità anche il Funzionamento come indicatore essenziale della condizione di Salute per ogni Paese: significa appropriatezza dalla fase acuta e nell’assistenza protratta, completezza delle cure per realizzare un SSN che consenta ad ogni Cittadino di poter condurre una Vita della qualità migliore possibile nel proprio contesto personale e familiare.

Credo che si possa, con un minimo di orgoglio, sottolineare come nel campo delle attività di riabilitazione una sinergia tra competenze scientifiche e professionali e volontà del Ministero si sia dimostrato che questo riordino può esser realizzato superando complessità, e talvolta confusione della fase di cure ospedaliere per “merito” delle Regioni: - codifiche e raccolte dati frammentarie e discrepanti persino tra Regioni ed Aziende, - divergenze di modalità amministrative e cliniche per l’offerta di cure nelle Regioni (sovente si arriva a negare il diritto per cure ambulatoriali fuori del territorio di una ASL quando questa si dimostra non in grado di garantirle), - divergenze di durata di degenza e procedure di accreditamento e controllo di reparti e di competenze, - non curanza di indicazioni, normative e protocolli clinici accreditati a livello internazionale…

Tutto questo ha prodotto negli anni l’incapacità del Ministero di conoscere a livello nazionale la dimensione reale (in termini di quantità, tipologia,complessità, esiti e costi) del bisogno di cure riabilitative in ambito ospedaliero : questo significa non comprendere le priorità e non poter programmare investimenti e scelte organizzative. Ma significa anche non dare sostegno alla necessaria continuità di cure visto che molto spesso questi problemi esitano in alterazioni del Funzionamento che hanno un grande impatto nelle attività del Territorio come nella vita di queste Persone e delle loro Famiglie. Una delle manifestazioni conseguenti a questo grande disordine prima di tutto organizzativo, di raccolta dati e di controllo degli esiti (come si è cominciato a fare positivamente in altre Discipline) è la totale non–consapevolezza che emerge dai testi originari del DM 70 e Dm 77, che per fortuna sono stati almeno in parte rivisti e corretti : le problematiche della riabilitazione erano quasi del tutto scotomizzate come bisogni, come dotazioni e come obiettivi da raggiungere. Ed invece è lampante come solo una solida rete di efficaci servizi riabilitativi possa fornire elementi di appropriatezza e di afficiacia di molte altre discipline mediche e chirurgiche in ambito ospedaliero e territoriale.

Sono stati definiti con il DM 05/08 2021 “Criteri di Appropriatezza del setting di medicina Riabilitativa “ questi criteri, la nuovissima SDO-R correlata ed il programma di sperimentazione per verificarne concretamente gli effetti. E’ una innovazione basata su modalità scientifiche , sostenuta dalle Società mediche del settore e fondata su elementi di evidenza internazionale : caratterizza i bisogni di tutti i ricoveri in termini di appropriatezza del setting, dei trattamenti e di verifica dei risultati alla dimissione. Ed offre anche al percorso di cura post-ospedaliero tutte le informazioni per la necessaria continuità ed ancora appropriatezza.

Da notare che tutto il mondo del privato accreditato operante in Riabilitazione, che è di gran lunga prevalente a livello nazionale, ha condiviso questa impostazione e sta cooperando dimostrando in concreto la propria integrazione con il SSN.

Pur nella disparità molto negativa delle abitudini delle Regioni , grazie anche alla tenacia di funzionari ministeriali che per anni hanno lavorato in tal senso ,si è dimostrato che è possibile impostare un intervento di riordino radicale proprio a difesa del SSN generalista mirando ad un settore sempre più rilevante nell’interesse dei Diritti di Salute dei cittadini. La Medicina Riabilitativa è senza dubbio un ambito molto complesso dal punto di vista clinico-assistenziale , ma anche organizzativo e gestionale, a ponte tra ospedale e territorio, con un gran numero di professionisti coinvolti in un lavoro che deve esser sempre di team con al centro veramente la Persona, con uno sviluppo intenso delle nuove tecnologie per qualificare i risultati ed estendere anche a domicilio le attività. Allora forse è possibile rivitalizzare un Servizio veramente Nazionale!

Alessandro Giustini
23 febbraio 2024
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