27 ottobre -
E' partito stamattina alle 11 da piazza della Repubblica il corteo promosso da 24 sindacati della dirigenza medica, sanitaria e amministrativa della sanità pubblica e privata. La manifestazione "Diritto alla cura, diritto a curare" ha richiamato a Roma oltre 20 mila persone. Ai medici e agli altri operatori sanitari si sono aggiunti anche cittiadini e delegazioni delle forze politiche.
La protesta è stata indetta contro le ultime politiche dei Governi Berlusconi prima e Monti oggi, che complessivamente hanno tagliato la sanità di 31 miliardi da qui al 2014. Per i sindacati questi tagli - che colpiscono ospedali, beni e servizi, personale - metteranno in ginocchio la sanità pubblica in tutte le Regioni italiane, compromettendo il diritto alla salute.
Il corteo si è concluso intorno alle 13 al Colosseo con gli interventi di sindacalisti e cittadini.
"Oggi - ha affermato
Costantino Troise, segretario dell'Anaao Assomed, intervenendo a nome di tuttii medici e di tutti gli operatori del Ssn - dichiariamo la nostra intenzione a salvare il Servizio sanitario nazionale per farci carico della difesa di un sistema pubblico e nazionale, della sua funzione di coesione sociale e di garante della esigibilità del diritto alla salute, che è uno e indivisibile, e non può essere declinato in base al Codice di avviamento postale. Non so se questa manifestazione sarà in grado di cambiare il corso delle cose, ma so che certamente può cambiare noi stessi se smettiamo di rassegnarci: chi si rassegna perde ogni giorno".
"Oggi - ha aggiunto Troise - siamo qui insieme a tutti coloro che condividono il pensiero forte dell'articolo 32 della Costituzione per opporsi a chi vede nell'abbandono delle cure l'unica fonte di risparmio, a chi continua a legiferare frantumando la coesione sociale del Paese e restringendo il perimetro delle tutele. Da qui vogliamo ripartire per riscoprire il senso di identità professionale e di appartenenza. Non siamo palle da biliardo che si muovono sul tappeto assecondando i movimenti di chi ha in mano la stecca o, peggio ancora, operatori invisibili. Siamo una risorsa preziosa". Per Troise, "solo l'apertura di una nuova stagione da parte di tutte le forze che hanno a cuore il patrimonio e la sorte del Ssn potrà salvarlo. La sfida è per tutti: cittadini, istituzioni, partiti. Noi faremo la nostra parte".
A nome dei cittadini è intervenuto
Giuseppe Scaramuzza, coordinatore del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva. "Sono qui oggi - ha detto - a rappresentare i cittadini che quotidianamente usufruiscono dei servizi sanitari, o forse sarebbe meglio dire ciò che rimane del nostro Ssn di tipo universalistico. Un tempo - ha proseguito Scaramuzza - ci battevamo e denunciavamo bagni e lenzuola sporche negli ospedali, oggi ci battiamo per il diritto a non aspettare 10 mesi per una risonanza magnetica o per fare la chemioterapia in modo dignitoso. Al Governo Monti e a tutti i Governi di turno i cittadini gridano 'Non siamo un peso o un costo, ma una risorsa di questo Paese'", ha aggiunto il coordinatore del Tdm secondo il quale "siamo di fronte a una situaaizone paradossale: la sanità è diventata quasi un onere di cui liberarsi e non un fattore di sviluppo di un Paese moderno come richiesto dalla Ue per gli obiettivi di sostenibilità del 2020. Il Governo - ha concluso Scaramuzza - non può pensare di salvare i conti e i bilanci dell'Italia distruggendo gli italiani. Il Governo era partito con rigore, sviluppo ed equità. Oggi è rimasto il rigore, ma si è perso per strada lo sviluppo e, soprattutto, l'equità".