“Si constata con amarezza come ormai non faccia più notizia il dato della denatalità nel nostro Paese che ogni anno viene rilevato dal Rapporto sull’evento nascita in Italia attraverso il
Certificato di Assistenza al Parto (Cedap), curato dal Ministero della Salute. L’ultimo resoconto, in ordine di tempo e relativo al flusso di dati del 2018, continua a non essere incoraggiante: solo 442.676 nuovi nati rispetto al 2017, quando a venire alla luce erano stati 461.284 bambini, con un calo quindi di 18.608 neonati in meno. Eppure, nonostante queste cifre, l’attenzione della politica, dei decisori e delle Istituzioni continua a essere fortemente inadeguata e contraddistinta da carenza, e in alcuni casi, assenza di programmazione attraverso politiche sanitarie e di welfare adeguate”.
È quanto hanno dichiarato le componenti del Comitato centrale della
Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (Fnopo).
“Gli elementi che destano maggiore preoccupazione sono il calo di nascite su tutto il territorio nazionale e il costante decremento della fecondità – proseguono – da diverso tempo, ormai, le ostetriche assistono sul campo a una forte contrazione del numero di donne che decidono di affrontare la gravidanza. Fenomeno che la Federazione nazionale ha posto, e pone, sempre all’attenzione della Politica in tutti i contesti in cui è presente. Il perdurare di questa situazione determinerà, nel medio e breve periodo, un grave squilibrio nella popolazione italiana che sarà sempre più anziana, priva di un adeguato ricambio generazionale e quindi con un welfare messo fortemente a rischio – sottolineano ancora le rappresentanti nazionali della professione ostetrica - Attuare delle azioni che pongano freno a questo trend negativo è fondamentale e soprattutto possibile: a partire dalla promozione della professione ostetrica che è formata proprio per la presa in carico della salute della donna in tutte le fasi del suo ciclo biologico sessuale e riproduttivo”.
Per la Fnopo, servono investimenti sulla medicina del territorio, con l’implementazione del modello di ostetrica di famiglia e di comunità e l’adozione di nuovi modelli organizzativi per la gestione delle gravidanze fisiologiche in autonomia da parte delle ostetriche con personale di supporto specificamente preparato.
“Si deve puntare poi sul potenziamento del personale ostetrico nei consultori familiari, presso i quali la donna accolta dall’ostetrica può trovare il suo punto di riferimento per fare prevenzione, programmare una gravidanza ed essere successivamente seguita in tutto il percorso perinatale. Per realizzare tutto questo, è indispensabile però che chi ne ha la competenza e l’autorità senta l’esigenza di intervenire e di sostenere con i fatti le donne/coppie dando loro gli strumenti e le possibilità concrete per poter realizzare responsabilmente il proprio progetto di maternità e paternità”, concludono i vertici Fnopo.