Simla, Società Italiana di Medicina Legali e della Assicurazioni, scrive ai Ministri della Salute, della Giustizia e per gli Affari Regionali e le Autonomie per denunciare “la grave situazione italiana in merito all’insufficienza tecnica delle sale autoptiche per l’esecuzione di necroscopie in sicurezza che l’emergenza legata alla pandemia da COVID-19 ha messo in luce".
“La mancanza di adeguate strutture per l’esecuzione delle autopsie, alla luce delle restrizioni imposte dal punto di vista tecnico, è risultata immediatamente palese. Se ne possono, infatti, contare non più di una decina in tutta la penisola. Ne è risultato un blocco quasi totale dell’attività necroscopica nazionale”, scrive la Simla sulla pagina del proprio sito internet in cui è possibile scaricare la lettera inviata ai ministri.
Due sarebbero le conseguenze di questa grave mancanza. "In primis, l’impossibilità di acquisire, attraverso le indagini autoptiche, importanti rilievi anatomo-patologici che potrebbero risultare utilissimi nella ricerca contro il Coronavirus. In più, la sospensione delle autopsie giudiziarie limita in modo importante una delle fonti d’indagine privilegiata per la raccolta di prova in crimini che riguardano diritti inviolabili del cittadino”.
“Invitiamo le Autorità competenti a far adottare, con carattere di urgenza, gli adempimenti necessari al fine di procedere all’adeguamento delle sale settorie di tutto il territorio nazionale – si legge nella lettera a firma di
Riccardo Zoja e
Lucio Di Mauro, rispettivamente il Presidente e il Segretario di Simla - ovvero provvedere all’adattamento di almeno una sala settoria per ogni Comune capoluogo di provincia che abbia i requisiti tecnici minimi”.