Il pronto soccorso durante questa fase di emergenza dettata dal Coronovavirus è esposto ancor più della norma a situazioni complesse e rischiose. Per aiutare gli operatori la Società italiana della Medicina di emergenza-urgenza, in collaborazione con Fenice, Gruppo italiano per la Ricerca clinica in Medicina d’Urgenza, ha redatto una serie di "decaloghi" dove sono individuate le 10 cose da fare per medici e infermieri, le 10 da "non" fare, i 10 segnali positivi e altrettanti segnali d’allarme dai pazienti, le 10 cose che non possono mancare o che non devono succedere.
Una vera e propria guida clinica e organizzativa, nel tentativo, si legge in una nota della Simeu, "di mettere ordine nella prassi della gestione di un’emergenza mai vista prima nei nostri ospedali".
Nel testo vengono analizzate le situazioni da evitare e gli interventi da mettere in atto, i segnali positivi manifestati dai pazienti in miglioramento e i segnali d’allarme di una situazione clinica in peggioramento su cui intervenire prontamente, a partire da quelle che Simeu definisce le "10 bandiere rosse" ovvero quelle situazioni di carenza o di crisi per le quali deve effettivamente scattare l'allarme rosso in ospedale:
Le 10 bandiere rosse
Esaurimento delle barelle in Pronto soccorso;
Esaurimento dei posti letto per ricovero in Terapia intensiva;
Esaurimento dei posti letto per ricovero in reparto;
Esaurimento o non adeguato rifornimento dei presidi di ventilazione;
Esaurimento o non adeguato rifornimento dei presidi sanitari (siringhe EGA, farmaci, ecc);
Esaurimento delle forniture di ossigeno; mancanza di una chiara catena di comando; Mancanza di informazioni o di disposizioni dalle Unità di Crisi;
Proliferare di differenti protocolli terapeutici nella stessa struttura sanitaria;
Incremento numerico degli operatori sanitari sintomatici per problematiche fisiche o psicologiche.
“Le 10 bandiere rosse - commenta
Salvatore Manca, presidente nazionale Simeu - sono le cose che non devono mancare assolutamente nelle nostre strutture o le situazioni che non devono verificarsi. Ma sempre più spesso negli ultimi giorni medici e infermieri dell’emergenza stanno lavorando accanto ai malati in carenza di presidi di protezione sanitaria. Se cadono medici e infermieri dell’emergenza crolla uno dei principali filtri per contenere il contagio”.
Per tutte le altre indicazioni rimandiamo alla lettura del documento completo in allegato.