Allo Snami non piacciono le misure sull’Enpam varate dal Governo Monti. Per Angelo Testa, leader del Sindacato Autonomo, “si vuole portare da 30 a 50 anni il lasso temporale per definire l’equilibrio richiesto alle gestioni e non si vuole tener conto dell’ingente patrimonio immobiliare dell’Empam. Non penso che lo Stato abbia un gran beneficio da questa operazione verso una Cassa che oltretutto versa al fisco decine e decine di milioni di euro pagando, non del tutto legittimamente, una doppia tassazione sul patrimonio dell’Ente e sulle pensioni stesse”.
“Fa sorridere amaramente e riflettere - continua il Presidente dello Snami - che i mesi scorsi era stato proprio il prof. Monti, in veste di consulente a consigliare il nostro Ente di Previdenza ad intraprendere dei percorsi che oggi, come Presidente del Consiglio, ribalta completamente. Questo nuovo sistema comporterà taglio delle pensioni ed un cospicuo aumento dei contributi da parte dei Medici. Di fatto un ulteriore colpo d’ascia di stato ai nostri stipendi sempre più erosi dall’inflazione galoppante e dai ritardi dei rinnovi contrattuali. Saremo così sempre più i più poveri d’Europa dove comunque, differentemente da noi, le Casse non pagano il fisco. Senza contare che questo sistema penalizza ancor di più i Medici del domani”.
Ma per lo Snami anche l’Empam ha le sue colpe. “Già la legge 296 del 2006 – prosegue Testa - sanciva l'obbligo per le casse private di garantire una stabilità dei fondi su base trentennale, ed il decreto del Ministero del Lavoro del 29 novembre 2007, nel ribadire quest'obbligo, sottolineava l'opportunità di considerare le proiezioni dei dati su un periodo di 50 anni. Quindi quanto sancito in queste ore dalla manovra Monti non è stato un fulmine a ciel sereno, forse andava previsto per tempo e forse già dal 2007 andavano messe in atto tutte quelle manovre correttive atte ad adeguare le prestazioni del nostro fondo a quanto previsto dalla Legge”.
“Da anni – specifica il presidente del Sindacato - lo Snami denuncia le proprie perplessità in merito alla gestione del nostro Ente pensionistico e quanto sta succedendo è la riprova che avevamo come sempre ragione”.
Sì alle riforme ma iniziare dalla politica. “E se vogliamo proprio seguire in tutto e per tutto l’Europa specifica Testa - allora perché non arrestare tutti i politici corrotti , allontanare dai pubblici uffici tutti quelli condannati in via definitiva perché in Europa tutti lo fanno, o si dimettono da soli per evitare imbarazzanti figure. E perché non di dimezzare il numero di parlamentari perché in Europa nessun paese ha così tanti politici e diminuire in modo drastico gli stipendi e i privilegi a parlamentari e senatori, perché in Europa nessuno guadagna come loro”.
“In un paese come il nostro – conclude il presidente Snami - in cui si sprecano quantità industriali di denaro pubblico e in cui ancora paghiamo le accise sui carburanti per la guerra in Abissinia, vorremo vedere in prima fila chi ci chiede dei sacrifici a condividere i sacrifici stessi. Non scorgiamo costoro all’orizzonte a darci l’esempio e si continua come sempre, a fronte degli sprechi e dell’improvvisazione, con i soliti atteggiamenti coercitivi e, il più delle volte, improduttivi”.