Un’indagine a tutto tondo sulle opinioni dei medici riguardo alle pensioni e al loro Ente di previdenza. È questo il lavoro compiuto dal Centro Studi Fimmg, e presentato nei giorni scorsi nel corso del Congresso Fimmg Metis, sulla base di questionari inviati dall’Enpam ad un campione rappresentativo dei propri iscritti.
Il campione di 2.055 medici che hanno risposto al questionario è stato costruito tenendo conto di tutte le varianti (genere, classe d’età, area geografica, attività professionale) così da ottenere risultati che rispetto all’universo generale possono avere uno scarto massimo (forchetta) di circa 2 punti percentuali.
Il lavoro del medico: soddisfazione ma troppa burocrazia
Solo l’8,8% dei medici è insoddisfatta del proprio lavoro sotto il profilo professionale, mentre il 72,5% è molto o abbastanza soddisfatto e il 18,7% è soddisfatto a metà, “così, così”. Ma il livello di soddisfazione è più alto negli anziani, mentre tocca il minimo tra coloro che stanno avvicinandosi alla professione: sotto i 35 anni solo il 63,7% dei medici si dichiara molto-abbastanza soddisfatto, mentre sopra i 65 anni questa opinione è condivisa dal 95,7%. Come è facile prevedere la soddisfazione cresce anche in rapporto alla fascia di reddito: è molto-abbastanza soddisfatto l’82,4% di coloro che hanno un reddito superiore ai 90mila euro annui, ma soltanto il 53,8% di chi non arriva a 30mila.
Problematico il rapporto con i “datori di lavoro”, Asl o Regioni. Sono poco soddisfatti di questo aspetto il 36,7% dei medici, anche se ne risentono meno i pediatri di libera scelta (25,3% di insoddisfatti) e stranamente molto di più i libero professionisti (45,3%).
La gran parte dei medici dichiara di avere una buona condizione di salute (85,2%), ma anche di essere decisamente stressato: in una scala da 1 a 10, in media i medici si collocano a 6,4, mentre per i pls lo stress percepito sale a 6,9 e per i mmg a 6,8.
Proprio l’insoddisfazione nei rapporti con il Ssn e lo stress da lavoro spingono il 21,4% dei medici a pensare di lasciare il lavoro prima del raggiungimento dell’età della pensione di vecchiaia o ad aver già preso questa decisione. La controprova sta nei motivi indicati per cambiare idea a riguardo: migliori condizioni di lavoro e minore burocrazia sono le ragioni prevalenti che potrebbero convincere i medici a restare, totalizzando rispettivamente 8 e 7,7 sempre in una scala di condivisione graduata da 1 a 10. Particolarmente sentita la richiesta di minore burocrazia dai mmg, tra i quali la condivisione sale a 8,7.
Enpam: fiducia nell’Ente, ma poca conoscenza delle regole
Il 64,9 dei medici dichiara di essere poco informato sulle scelte compiute dall’Enpam nell’amministrazione del suo patrimonio, ma tuttavia la maggioranza si fida della gestione dell’Ente (55,3% molto-abbastanza; 31,3% così,così).
Confuse e parziali le informazioni dei medici sulle regole che sono alla base del loro trattamento pensionistico. Solo il 71% dei mmg, ad esempio, sa dire correttamente a quale dei Fondi Enpam è iscritto e soltanto la metà dei medici sa che la contribuzione all’Enpam può essere sia obbligatoria che facoltativa. Solo il 4,9 % sa definire correttamente il sistema utilizzato per il calcolo delle pensioni Enpam, che è a prestazione definita e contribuzione variabile, mentre il 22,7% ritiene che sia un sistema retributivo, il 29,9% un sistema contributivo, mentre il restante 42,5% ammette di non saperlo.
Tra le ipotesi circolate nel dibattito in vista della riforma delle pensioni che Enpam dovrebbe attuare nel 2012, i medici sono preoccupati soprattutto dalla riduzione del rendimento dei contributi, giudicato negativamente dal 91,6%, dall’aumento dell’aliquota contributiva a prescindere dal suo inserimento negli ACN, inaccettabile o poco accettabile per il 76,3%, mentre sono più disponibili verso un incremento delle penalità previste per il pensionamento anticipato, scelta giudicata accettabile e condivisibile dal 57,4%.
Gli iscritti Fimmg: più informati, più previdenti e anche un po’ più ricchi
Il Centro studi Fimmg ha messo a confronto le risposte fornite dalla totalità dei mmg con quelle date dai mmg iscritti alla Fimmg in una precedente inchiesta. Il risultato è certamente interessante. Su regole e istituti previdenziali gli iscritti al sindacato risultano più informati, facendo registrare circa un 10% in più di risposte corrette rispetto a quelle fornite dai colleghi. Inoltre sono più previdenti, visto che in misura maggiore rispetto alla media hanno attivato assicurazioni sulla vita, fondi pensionistici integrativi e assicurazioni sanitarie. Ma soprattutto sembra che abbiano redditi migliori: il 54,3% degli iscritti Fimmg guadagna oltre 90mila euro l’anno, mentre tra i mmg, iscritti e non iscritti, questa percentuale scende al 36,8%.