I direttori di medicina d'emergenza-urgenza, rappresentati dal Simeu (Società Italiana della Medicina di Emergenza-Urgenza), in
una lettera indirizzata al Ministro della Salute
Beatrice Lorenzin, all'Istituto Superiore di Sanità nella persona del suo presidente
Walter Ricciardi e all'Agenas, quindi a
Francesco Bevere che la rappresenta, chiedevano un personale sanitario adeguato, per numero e competenze, un sistema di monitoraggio del sovraffollamento e strutture di emergenza-urgenza realmente organizzate. Non solo, chiedevano anche delle specifiche linee guida e raccomandazioni dedicate insieme a un nuovo impegno nella ricerca clinica in medicina d'emergenza. Sono queste le richieste che i direttori di Medicina d’emergenza-urgenza hanno avanzato per migliorare i pronto soccorso italiani.
Oggi, è Francesco Bevere, direttore generale di Agenas, il primo a rispondere ai cinque punti posti dal Simeu con una lettera. In essa si legge: “è noto come Agenas abbia da tempo incentrato il proprio impegno nel processo di revisione delle reti clinico-assistenziali, a partire dalle reti tempo dipendenti, coordinandone, su mandato del D.M. 70/2015 e in aderenza alle indicazioni in esso contenute, il relativo Tavolo Istituzionale composto dalla medesima Agenzia, dal Ministero della Salute e dalle Regioni e P.A.”.
“In questo contesto - prosegue Bevere nella lettera - Simeu è stata coinvolta come parte attiva in seno ai gruppi tecnici istituiti presso Agenas, proprio relativamente alle reti tempo dipendenti, le cui specifiche linee di indirizzo procedurali e organizzative sono state già trasmesse al Ministero della Salute per la conseguente approvazione in Conferenza Stato-regioni tramite il previsto Accordo”.
“Si confida - conclude Bevere - nel prosieguo del confronto istituzionale già in essere, in una fase dove la misurazione, l’analisi e il monitoraggio, unitamente alle attività formative e di ricerca, rappresentano le azioni strategiche per garantire omogenee condizioni di accesso ai livelli di assistenza, con riferimento ai diversi gradi di intensità di cure, a partire proprio dai contesti dell’emergenza-urgenza”.
Lorenzo Proia