Il segretario nazionale del Settore Continuità Assistenziale della Fimmg,
Tommasa Maio, all’indomani della notizia della
violenza subita da una dottoressa in turno di guardia medica nel Catanese, ha inviato una lettera ai direttori generali delle Asl italiane in cui richiede copia del parere del Comitato Provinciale per la Sicurezza Pubblica per ciascuna delle sedi del servizio di continuità assistenziale.
“Al fine di verificare la rispondenza a quanto previsto dal vigente Accordo Collettivo Nazionale (ACN) della Medicina Generale in materia di sicurezza – si legge nella lettera -, la scrivente O.S. richiede alla S.V. copia del parere di cui all’Art. 68 comma 3 del vigente ACN espresso dal Comitato Provinciale per la Sicurezza Pubblica in riferimento alla applicazione della Legge 626 del 1994 e s.m.i. per ciascuna delle sedi del Servizio di Continuità Assistenziale di codesta Azienda”.
“In assenza della formale ratifica di detto parere – prosegue la lettera - si richiede l’immediata sospensione dell'attività ambulatoriale, lo spostamento dell'attività in una sede rispondente ai requisiti di sicurezza e si diffida la S.V. dal perpetuare l’utilizzo di sedi del Servizio di Continuità Assistenziale non rispondenti a quanto previsto dal dettato contrattuale e legislativo vigente”.
La comunicazione è stata inviata per conoscenza anche agli assessori regionali alla Salute e ai prefetti competenti.
La Fimmg – Settore Continuità Assistenziale ha poi annunciato che si costituirà parte civile nel processo contro l’aggressore della dottoressa in turno di guarda medica nel Catanese. “Abbiamo già dato mandato ai legali per avviare le procedure – spiega Maio -. Quello che è accaduto colpisce e ferisce l'intera categoria. Il nostro gesto, oltre a dimostrare la solidarietà e l’affetto alla dottoressa aggredita, è rivolto a tutte le colleghe e i colleghi di Continuità Assistenziale che ogni notte lavorano in situazioni di pericolo perché sappiano che non sono soli e che Fimmg non si fermerà fino a quando le istituzioni non garantiranno il massimo della sicurezza possibile e fino a quando il nostro servizio non sarà posto nelle condizioni di ricostruire un’alleanza e un rapporto di fiducia con la popolazione che assiste”.