Se negli anni passati la sicurezza sul lavoro nelle gare per la fornitura di prodotti era un criterio che pesava al 60% e il prezzo per il restante 40%, “oggi con la spending review sembra che questa forbice si sta sempre più riducendo a favore del prezzo aumentando così i rischi per gli operatori sanitari”, è il trend preoccupante segnalato, tramite una nota, dagli anestesisti della
Siaarti.
Tutto ciò, si osserva, avviene nonostante
una recente sentenza del Consiglio di Stato (n. 03489/2015), riconfermandone una del
Tar del Lazio-Roma del 2014 (Sez. III, n. 12516) reciti che è imprescindibile la sicurezza sul lavoro nelle gare per la fornitura di prodotti e ribadisce l’obbligo di valutare e prevenire tutti i rischi che possono derivare da agenti chimici pericolosi. La prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali nei luoghi di lavoro è inoltre anche ben riconosciuta e tutelata a livello nazionale dal Decreto legislativo n. 81/2008.
“E’ importante dunque ribadire che – sottolinea Siaarti - quando si provvede all’acquisto di forniture sanitarie o farmaci è fondamentale procedere, come previsto dalla legge, alla eliminazione dei rischi o alla loro riduzione. La valutazione di tutti i fattori di
rischio oltre che per i pazienti anche per gli operatori è di primaria importanza; in particolare la valutazione del rischio:
chimico derivante dall’uso di farmaci e disinfettanti,
radiologico legato all’utilizzo di apparecchiature di radiodiagnostica,
nucleare per l’esposizione a traccianti radioattivi,
biologico per la protezione paziente/medico ed infine sull’utilizzo dei sistemi di sicurezza dei devices taglienti nelle sale operatorie”.
La valutazione e la gestione della maggior parte delle fonti di rischi, alle quali gli operatori possono essere esposti, “interessa la quasi totalità delle strutture sanitarie ma non sempre l’attenzione è così alta rispetto al rischio chimico. L’esposizione professionale a prodotti chimici pericolosi per pazienti e medici deve essere mantenuta entro i livelli più bassi possibili”.
E i
liquidi volatili anestetici, anche quelli di ultimissima generazione, “devono contenere i minimi valori di concentrazione ambientale. Per gli anestesisti rianimatori il rischio chimico impone uno specifico iter valutativo, considerando la particolare natura della sostanza pericolosa”. Il presidente della Siaarti, Antonio Corcione, puntualizza infine che la “spending review resta di primaria importanza ma che non possiamo prescindere dalla sicurezza per i pazienti e i medici”.