“Il Comma 566 della legge di stabilità 2015 che alla FNOMCEO, dopo la dichiarata delusione della sua non cancellazione nella legge di stabilità 2016, ha provocato e continuerà a provocare la continua pubblicazione di diversi interventi specialmente sui quotidiani sanitari on line e di incontri “ informali” presso gli uffici ministeriali e di governo per ribadire la contrarietà e la pericolosità di detto comma, dimostra quanto abbiamo ancora da lavorare per costruire e preparare un terreno fertile su cui seminare un nuovo ordine di cose”. Così in una nota il Comitato Infermieri Dirigenti che sottolinea come “ogni professione deve possedere il diritto ad avere una evoluzione scientifica, clinica e manageriale, senza paletti e ostacoli. La classe medica si è trincerata dietro la diagnosi e la terapia dimenticando che questi sono solo pezzi di un processo più vasto in cui anche altri professionisti effettuano atti di diagnosi e terapia e prendono decisioni non sempre e solo di responsabilità medica”.
“Noi – prosegue la nota - siamo consapevoli che questo è un momento di forte evoluzione per la professione infermieristica, non più solo formativa, non più solo scientifica, ma di riconosciuto valore; la nostra azione finalmente è ravvisata come indispensabile e strategica nei nuovi modelli organizzativi che vedono l’infermieristica come soluzione diversa ai vecchi schemi che ad oggi ha portato solo aumenti spropositati della spesa sanitaria con scarsi benefici ai cittadini”.
“Vogliamo che i percorsi di specializzazione, clinici e manageriali – sottolinea ancora il Comitato - siano collocati nell’area della dirigenza e devono poter essere attivati immediatamente, troppo tempo è stato perso. Noi siamo quelli che credono che il servizio sanitario nazionale e regionale deve cambiare, approdando a nuove filosofie manageriali dove il risultato e non solo l’azione deve essere valorizzato ai fini del riconoscimento professionale ed economico”.
“In particolare – prosegue - crediamo che il nuovo infermiere che ha o avrà una posizione dirigenziale, deve possedere un curriculum professionale che ingloba conoscenze di pratica professionale, di gestione economica delle risorse, di orientamento e governo dei rapporti di lavoro e della previdenza, della gestione del rischio, della tecnologia dell’informazione; deve saper argomentare di politica sanitaria e avere tensione strategica verso l’imprenditorialità”.
Ma non solo, per il Comitato l’infermiere dirigente “deve possedere le capacità per motivare e giustificare la ricerca infermieristica alla pratica infermieristica clinica, organizzativa e gestionale, per individuare e supportare le decisioni che, nel rispetto dell’ etica, devono produrre risultati ai massimi livelli qualitativi. Non è raro che gli infermieri dirigenti nel mondo sono coinvolti in progetti per valutare la qualità dei dati allo scopo di generare prove utili ad aiutare i clinici ad utilizzare in modo sicuro i farmaci nel trattamento dei pazienti”.
In questo ambito, scrive ancora il Comitato, “la gestione finanziaria e l’allocazione delle risorse nei sistemi sanitari richiedono all’infermiere dirigente di saper utilizzare la pianificazione strategica finanziaria, l’analisi di bilancio, il budget, e attivare strategie decisionali finanziari specifiche per il settore sanitario. Dovrà saper esplorare i problemi anche alla luce delle fonti di finanziamento e dei vincoli, conoscere i sistemi di rimborso delle prestazioni, il contenimento dei costi e di marketing. I dirigenti strategici sono consapevoli che il tempo/professionale ha un valore principalmente economico pertanto non può essere utilizzato per azioni improprie o lasciato per raggiungere obiettivi diversi da quelli aziendali”.
Per questo, conclude la nota, “l’attenzione dell’infermiere dirigente, nel prossimo futuro, sarà focalizzata alla comprensione delle basi teoriche e dei principi concettuali della leadership infermieristica in ambienti sanitari complessi e sul territorio. Lo scopo è quello di riconoscere l’infermieristica come metodologia per guidare efficacemente il cambiamento dell'organizzazione, costruire culture forti, sviluppare team efficaci e affrontare i problemi. Sono eccellenti i processi di cambiamento nelle organizzazioni sanitarie contemporanee e la creazione di opportunità per gli infermieri che perseguono la leadership trasformazionale”.