Sono oltre 3 milioni le persone colpite, in età adulta o geriatrica, da problemi quali afasia, disartria o, ancora, problemi cognitivi comportamentali e demenza. Disturbi di comunicazione invalidanti, dal forte impatto funzionale e socio-relazionale. Primo fra tutti la difficoltà di articolazione verbale ‘acquisita’, successiva cioè a una lesione cerebrale traumatica, disabilità, ictus, o altre implicazioni di natura neurologica.
Eppure, se non risolvibile, la funzionalità verbale è terapeuticamente migliorabile, anche con esiti sensibili: grazie a una riabilitazione logopedica, costante e mirata alla natura, all’intensità, alla gravità del problema e della disfunzione, effettuata in un contesto di collaborazione con medici specialisti, operatori sanitari, famigliari e care-giver.
Per sensibilizzare la popolazione sulla “difficoltà di parola” parte oggi, in occasione della Giornata Europea della Logopedia, “Posso ancora dire la mia!”, una iniziativa della Federazione dei Logopedisti Italiani. Dal 9 al 13 marzo esperti logopedisti saranno on-line dalle 10 alle 12, al numero 049.8647936, per rispondere a domande, dubbi e richieste sulla difficoltà di parola e le sue implicazioni.
“Sono oltre 3 milioni – spiega
Tiziana Rossetto, presidente della FLI – gli italiani affetti da un disturbo comunicativo acquisito, ovvero a carico della comunicazione e del linguaggio che si manifesta a seguito di una lesione cerebrale non di natura congenita, ma causata da un trauma o malattia degenerativa immediatamente post-natale o nel corso della vita, da una condizione di disabilità, generalmente permanente e spesso di grave entità che compromette in modo significativo la qualità della vita quotidiana in ambito sociale e relazionale, o ancora derivanti da ictus, encefaliti e meningiti e/o altre patologie di natura cerebrale”.
Tutte condizioni serie che hanno come implicazione il sensibile e progressivo declino a carico del funzionamento cognitivo, compresi i disturbi del linguaggio, memoria, attenzione, delle funzioni esecutive, ma anche modificazioni della personalità, del giudizio, dell’umore o della consapevolezza dei propri disturbi. Nonostante la compromissione dello stato di benessere e di salute generale della persona, tuttavia è possibile agire efficacemente sulla riacquisizione della facoltà di parola con una riabilitazione logopedica che, in taluni casi, può portare anche esiti importanti.
“L’obiettivo della riabilitazione logopedica – aggiungono
Giuseppe Mancini e
Rossella Muo, logopedisti FLI esperti in Neuroscienze – attuata in team con altri professionisti sanitari, è quello di ristabilire la massima autonomia possibile e la miglior qualità di vita possibile di chi è affetto da un disturbo della comunicazione, incrementando la piena partecipazione dell’individuo alle attività di vita quotidiana, tenendo conto del fatto che queste patologie possono lasciare segni e ripercussioni destinati a durare per tutta la vita”.
Da qui l’importanza di garantire programmi riabilitativi studiati ‘su misura’, ovvero essere attentamente calibrati sulla persona, sulle sue specifiche necessità comunicative e con differenti obiettivi, nel rispetto anche del contesto sociale e famigliare.
“La nostra iniziativa “Posso ancora dire la mia!” – conclude Rossetto – ha come obiettivo la sensibilizzazione e l’informazione sui possibili disturbi di interesse logopedico, da quelli della comunicazione e delle funzioni orali fino alla deglutizione, con particolare attenzione alla prevenzione, alle possibilità riabilitative, ai diritti del malato. Ci rivolgiamo a tutti – pazienti, medici di medicina generale e specialisti, logopedisti, professionisti sanitari della riabilitazione e/o di coloro che normalmente hanno a che fare con la comunicazione, come gli insegnanti ad esempio, autorità locali e nazionali, la popolazione in generale – perché la parola sia sempre meno un ‘disturbo’ e sempre più una reale occasione di comunicazione”.