Smi: “La firma della convenzione non blocca il malessere della professione”
“L’assenso tardivo della Conferenza Stato-Regioni su una pessima ipotesi di Accordo Collettivo Nazionale (ACN) per la medicina generale, siglato tra le parti a gennaio scorso e riguardante gli anni 2016-20218, lascia l’amaro in bocca” così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani in una dichiarazione.
“I nodi per la professione medica messi in risalto dalla pandemia sono ancora tutt’altro che risolti, a partire dalla necessità di una retribuzione migliore che tenga conto delle responsabilità e dei maggiori carichi di lavoro. Fino ad oggi, infatti, non si è riusciti ad offrire strumenti per rendere la professione più attrattiva, per fermare sia l’esodo all’estero dei giovani medici, sia i prepensionamenti di massa. L’intesa siglata Conferenza Stato-Regioni non viene incontro a queste nuove necessità”.
“Auspichiamo, per questo, l’avvio del percorso per il rinnovo contrattuale per il triennio 2019 -2021 affinché si recepiscano i contenuti in tema di sanità e di medicina presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In questo modo si potranno delineare da subito nuove tutele per i medici a partire dal riconoscimento dell’infortunio sul lavoro, alla luce delle centinaia di morti e ammalati in seguito al contagio da covid”.
“Il Governo deve aprire una stagione nuova che abbia al centro politiche di sostegno alle pari opportunità per le donne medico, ormai parte maggioritarie nella professione e delineare, al tempo stesso, nuove tutele per il lavoro medico. Sono queste le priorità che da subito bisognerà affrontare per risollevare le sorti della medicina generale convenzionata”, conclude.