Dura presa di posizione del Commissario UE agli Affari Economici
Paolo Gentiloni che all’indomani del Consiglio europeo sul Covid rincara la dose verso le aziende farmaceutiche che non stanno rispettando gli impegni contrattuali sulla fornitura dei vaccini.
“Certamente c'è un problema legato alla capacità produttiva di questi vaccini. È molto difficile produrre nelle quantità che erano state promesse e noi dobbiamo esigere che queste case farmaceutiche rispettino gli obiettivi che avevano promesso”, ha detto Gentiloni intervenendo questa mattina a
Radio Anch’io su Radio Rai.
“Forse qui c'è stato anche da parte della Commissione europea una sottovalutazione di quanto queste promesse delle case farmaceutiche avrebbero potuto dimostrarsi non attendibili del tutto", ha aggiunto il Commissario UE, sottolineando che se “è vero, che siamo indietro rispetto a Paesi che hanno cominciato venti giorni prima le vaccinazioni, come Stati Uniti e Gran Bretagna”, è anche vero che “siamo avanti rispetto a Paesi come Canada, Australia, Giappone, Corea del Sud, Cina e Russia in termini di dosi".
Ora, ha spiegato Gentiloni, “dobbiamo solo accelerare senza però mettere in discussione un concetto che io ritengo debba rimanere valido e cioè un'acquisizione di vaccini comune da parte della Commissione Europea, visto che si tratta di 2,6 miliardi di dosi”.
“Sarei stato terrorizzato – ha detto ancora - in un contesto in cui si scatenano mercati neri e mercati paralleli, da una competizione tra i 27 Paesi europei per accaparrarsi le dosi ufficiali e non ufficiali delle varie case farmaceutiche. Un incubo”.
Ma adesso, ha concluso, “abbiamo di fronte un ritardo e dobbiamo rimediare a questo ritardo. E ieri il Consiglio europeo è stato unanime su questo punto”.