“Condivido con voi questo risultato storico della nostra
Giulia Grillo. Ho ricevuto qualche giorno fa questa sua lettera su un tema importantissimo, che ci ha visto sempre in prima linea: il costo dei farmaci. Senza trasparenza nel mercato farmaceutico non ci può essere vera competizione; è un tema fondamentale per il nostro Paese, perché è direttamente legato alla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. 2 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a farmaci essenziali; noi con questa proposta abbiamo disegnato un cambiamento epocale davanti il mondo intero”.
È quanto scrive sul proprio blog il fondatore del M5S
Beppe Grillo in riferimento alla
risoluzione italiana approvata dall’Oms a maggio per aumentare la trasparenza del prezzi dei farmaci.
“Molti successi – precisa - non li trovate in prima pagina, per questo voglio che anche voi possiate leggere ciò che mi ha scritto Giulia. Ed esserne orgogliosi”.
La lettera del Ministro della Salute inviata al fondatore del M5S:
Ciao Beppe,
qualche giorno fa il nostro Paese ha ottenuto un risultato importantissimo, una nostra risoluzione per chiedere finalmente trasparenza nel prezzo dei farmaci è stata portata alla 72ma assemblea mondiale dell’Organizzazione mondiale della sanità ed è stata adottata dai 194 Paesi membri. Solo Germania e Gran Bretagna sono rimaste su una posizione diversa.
Un successo straordinario perché il mondo intero ha creduto alla nostra sfida per una maggiore equità nell’accesso alle cure. Chiediamo che ci sia finalmente trasparenza e maggiore condivisione delle informazioni riguardo ai dati dei trials clinici e delle attività di ricerca e sviluppo delle aziende nonché nelle negoziazioni dei prezzi dei farmaci.
Oggi circa il 90% del fatturato globale in ambito farmaceutico è concentrato in poche aziende. In questo modo chi produce ha una forza negoziale enorme perché di fatto decide il prezzo, ma anche a chi e a quali condizioni vendere il suo medicinale.
Con la nostra proposta abbiamo ottenuto che ci siano più informazioni condivise, più chiarezza: gli Stati che contrattano devono poter confrontarsi con le aziende avendo le stesse informazioni con meno svantaggi rispetto a quanto successo finora. Se vado al supermercato so perché una zucchina costa 50 centesimi o perché per un kg di zucchero devo spendere un euro, e lo stesso vale per qualunque altra cosa. Nel caso dei farmaci abbondano le clausole negoziali e la loro riservatezza.
Oggi abbiamo acceso una lampadina. E non perché vogliamo rompere le scatole all’industria, che ha tutto il diritto di rientrare dei costi sostenuti e di ricevere un equo profitto, ma perché riteniamo che i pazienti di tutto il mondo abbiano diritto alle cure. Ovunque. Se nasci povero in un Paese povero oggi non riesci ad avere neanche le medicine più basilari per curarti: due miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a farmaci essenziali.
Noi però, un manipolo di ostinati sognatori, abbiamo chiesto anche qualcosa di più: il diritto all’innovazione terapeutica come principio di solidarietà e non come merce. I farmaci più importanti, quelli innovativi, quelli che rivoluzioneranno e che già stanno cambiando il nostro modello di cure devono essere contrattati in modo equo.
Abbiamo avviato una rivoluzione, tanto che il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, ha parlato di una pietra miliare per l’accesso alle cure. Non vogliamo che questa nostra risoluzione sia interpretata come un atto ostile. Tutt’altro. Anche per l’industria competere con uno scambio maggiore di informazione può ampliare le possibilità per nuove e sempre più importanti cure, oltre che aprirsi a nuovi mercati.
Occorre cambiare perché sia data a tutti la possibilità di accedere alle terapie, anche le più avanzate, e il costo non può più essere una discriminante.
Il tema non è solo ridurre i prezzi, ma cambiare ciò che c’è dietro la formazione di questi prezzi. e qui torniamo alla zucchina: 50 centesimi significano semina, coltivazione, raccolta, distribuzione, costo del lavoro e giusto profitto per il produttore e tutta la filiera (si spera).
Quanto vale la medicina che ho nello scaffale? E quanto vale quella super innovativa che ha richiesto studi e fatica? E infine, caro Beppe, QUANTO VALE UNO?
Ecco dobbiamo provare ad avere risposte, perché ci sia più possibilità di sostenere i costi di questa innovazione.
Oggi un Paese piccolo e povero non ha alcuna possibilità di sostenere la spesa per i farmaci più avanzati. E l’Italia? Oggi riusciamo a fare fronte, ma domani?
La recente esperienza per l’acquisto dei farmaci per l’eradicazione del virus dell’epatite C ha dimostrato come l’eccessiva finanziarizzazione del sistema può compromettere la sostenibilità dei sistemi sanitari di tutto il mondo, non solo il nostro. Non vogliamo che il mondo sia ancora più diviso. La medicina e il progresso scientifico devono unire e non dividere.
Noi siamo convinti di una cosa: l’innovazione medica ha scarso valore sociale se la maggior parte delle persone non può accedere ai suoi benefici, di questo sono convinta e penso che lo sia anche tu.
Mi emoziona parlarti di questa nostra proposta, perché penso alla strada che abbiamo fatto insieme per difendere i nostri principi contro tutto e tutti. Mi rivedo dieci anni fa ai Meet up di Catania chiedere il cambiamento, immaginare un futuro diverso. E oggi, con un manipolo di rompiscatole sognatori, abbiamo portato al mondo la nostra proposta e questo mondo, fatto di ricchi, di poveri, di invisibili e di potenti ci ha detto di sì. Abbiamo rotto un tabù. Si può fare!
Giulia