La spinta federalista che ha caratterizzato la sanità italiana dal 2001 ad oggi ha mostrato numerose falle. Il profondo divario tra Nord e Sud del Paese nell’erogazione dei servizi ai cittadini si è ulteriormente acuito. La progressiva attenzione al rientro dagli eccessi di spesa e alla copertura dei disavanzi pregressi non è stata accompagnata da una analoga attenzione al superamento delle diseguaglianze in termini di assistenza garantita”. Così
Federico Gelli, responsabile nazionale sanità del Pd commenta i dati del
rapporto Osservasalute.
“Il tema riguardante la riforma del Titolo V va ripreso in mano perché, altrimenti, il rischio che corriamo è già oggi del tutto evidente. Ad inizio anno Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna hanno sottoscritto con il Governo accordi che garantiranno loro maggiori autonomie su diversi temi inerenti anche la sanità. Nessuno ha in mente derive ‘neocentralistiche’, ma va trovato un equilibrio che garantisca lo sviluppo di tutte le amministrazioni regionali all’interno di una chiara cornice normativa sulla quale lo Stato centrale deve continuare a rimanere l’unico garante”, ha proseguito Gelli.
“Come giustamente rimarcato dal presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, è auspicabile che si intervenga per un riequilibrio del riparto del Fondo sanitario nazionale basato sui reali bisogni di salute, così come è urgente un recupero di qualità gestionale e operativa del sistema, troppo deficitarie nelle regioni del Mezzogiorno”, ha concluso Gelli.