"Mentre il governo dorme, non rispondendo nemmeno a delle semplici interrogazioni parlamentari, e il Parlamento prosegue nell'ordinaria amministrazione, i medici continuano ad essere vittime di violenze e oltre a note di solidarietà vediamo ben poco. Un fenomeno che sta drammaticamente aumentando con oltre 60 denunce negli ultimi 5 anni. Su questo argomento avevo già presentato, a gennaio, undici mesi fa, un'interrogazione parlamentare, caduta nel vuoto. A settembre un ddl, ancora nemmeno assegnato, e adesso è la volta di due emendamenti (38.0.10 e 38.0.11) alla Legge di Bilancio". Lo annuncia, in una nota, il senatore del gruppo Ala-Sc
Antonio Scavone.
"Da medico - spiega Scavone - ho visto negli anni la professione cambiare, ho percepito il mutamento del rapporto con i pazienti con il conseguente boom della medicina difensiva e assistito all'escalation di aggressioni nelle strutture ospedaliere. L'ultima, in ordine di tempo, quella di ieri, a Foggia. Nell'interrogazione si chiedeva ai ministri della Salute e dell'Interno di valutare la reintroduzione delle postazioni di polizia soprattutto all'interno dei punti di pronto soccorso dei presidi ospedalieri. Niente. Silenzio assoluto".
A settembre, conclude, "ho dunque presentato un disegno di legge: tre semplici articoli per garantire la sicurezza, l'ordine pubblico e l'incolumità di cittadini ed operatori sanitari presso le strutture ospedaliere. Il provvedimento, che le proposte di modifica alla Legge di Bilancio sostanzialmente ricalcano, prevede di istituire presidi fissi di polizia con il compito di tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza nonché la ricollocazione dei presidi di guardia medica in ambiente protetto. E' un testo piccolo e preciso che non comporta oneri per le finanze pubbliche, ma solo un impegno riorganizzativo e che si potrebbe persino approvare in questa Legislatura con la deliberante in Commissione. Più semplice ancora sarebbe approvare i due emendamenti dando finalmente risposte ai medici, che, attraverso i sindacati e le organizzazioni di categorie, continuano a chiedere solo di poter lavorare in sicurezza".