“Il blocco del turn-over: vale per la sanità e anche per le Regioni con i bilanci in equilibrio?”. È questa una delle sette questioni su cui le Regioni chiedono un chiarimento al Governo. Questioni che saranno affrontate nel pomeriggio di oggi, in occasione dell’incontro chiesto con urgenza dalle Regioni e finalmente convocato. Per questo il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha riunito stamani i presidenti delle Regioni in una Conferenza straordinaria per prepararsi all’incontro con il Governo.
Sul tavolo c’è la manovra e la richiesta, da parte delle Regioni, di profonde modifiche perché il decreto presentato dal Governo "schiaccia le autonomie", ha affermato Errani che, in particolare, sottolinea come per il Servizio sanitario pubblico sia “allarme rosso: il contributo al risanamento pesa per 8 miliardi nel biennio 2013-2014 sul Fondo Sanitario Nazionale”. Questa condizione, sottolinea il presidente della Conferenza delle Regioni, “comporta l’impossibilità di siglare il futuro ‘patto per la salute’, giacché per sottoscrivere un patto le parti devono essere almeno due. E ciò significa mettere in soffitta uno strumento di collaborazione istituzionale tra Governo e Regioni che ha garantito la tenuta del sistema sanitario sia sul versante della erogazione dei servizi che sul versante economico finanziario, come riconosciuto da dalla stessa Corte de conti. Le conseguenze di questa manovra non solo compromettono i risultati fin qui raggiunti, ma porteranno purtroppo nei prossimi anni tutte le Regioni ad essere soggette ai piani di rientro sanitario e quindi ad aumentare l’imposizione fiscale dovunque”. La situazione in sanità, secondo Errani, sarà inoltre aggravata dagli interventi che colpiranno il welfare con conseguenze gravissime per gli enti locali. “Segnalo solo il mancato finanziamento del fondo per la non autosufficienza e l’estrema esiguità del fondo per le politiche sociali”.
E questo per quanto riguarda la sanità. Ma le critiche delle Regioni riguardano anche altri ambiti di intervento su cui le Regioni non intendono tacere perché “cosi la situazione è ingestibile”. Per questo le Regioni hanno chiesto urgentemente un incontro con il presidente del Consiglio, a cui chiedono “un confronto leale e soprattutto la reale disponibilità a cambiare profondamente la manovra”. Che pone anche altri interrogativi su cui Regioni ed enti locali chiedono risposte chiare. “Sette questioni tecniche aggiuntive che – conclude Errani - meritano una risposta urgente e che forse non dovremmo neppure stare qui a porre se si fosse seguita la strada della leale collaborazione istituzionale”.
Ecco le 7 questioni poste dalle Regioni al Governo
- Le ricadute per le Regioni derivanti dalla riduzione delle dotazioni finanziarie dei Ministeri di cui all’articolo 10, commi 1-5 del provvedimento
- Le ricadute per le Regioni derivanti dal definanziamento delle autorizzazioni di spesa nel Bilancio dello Stato i cui stanziamenti annuali non risultano impegnati sulla base del Rendiconto 2008-2010 (articolo 10, comma 7)
- Le ricadute per le Regioni derivanti dalla riduzione dei termini per la perenzione amministrativa dei residui di cui all’articolo 10, comma 8. Le modalità per la riassegnazione delle risorse ai corrispondenti capitoli
- Le ricadute per le Regioni derivanti dalla revoca dei finanziamenti assegnati al Cipe per la realizzazione delle opere strategiche di cui all’articolo 32, comma 2 e le modalità di utilizzo dell’istituendo “Fondo infrastrutture ferroviarie e stradali”
- Gli indirizzi ed i criteri secondo i quali il Ministero dell’Economia e Finanze intende sviluppare fondi di investimento per la partecipazione in fondi di investimento immobiliari chiusi promossi dalle Regioni e dagli Enti Locali (articolo 33)
- Gli ulteriori tagli sul FAS: riguardano solo le Amministrazioni Centrali?
- Il blocco del turn-over: vale per la sanità e anche per le Regioni con i bilanci in equilibrio?