Ecco il comunicato stampa del sindacato:
“Per il Governo il concetto di sicurezza evidentemente non riguarda le cure sanitarie”. Lo dichiara il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise, commentando le anticipazioni fornite dalle agenzie di stampa sui contenuti della manovra economica.
Il prosieguo del blocco del turnover per la pubblica amministrazione esclude il personale chiamato a svolgere compiti fondamentali, quali la difesa dalla criminalità, gli interventi in caso di incendi e catastrofi (polizia e vigili del fuoco), ed il controllo degli obblighi fiscal”. Ma non (il Governo ne è consapevole?) quello deputato a garantire a cittadini ed operatori la sicurezza delle cure, il cui calo è causa di costosissime procedure di medicina difensiva e infiniti contenziosi legali tra pazienti e strutture sanitarie.
Oggi la sicurezza in ambito sanitario è messa a dura prova dall’impoverimento degli organici, frutto della espulsione dal sistema di migliaia di medici provocata dalla manovra economica 2010, e del blocco del turnover, specie nelle Regioni del sud, causa dell’abuso di contratti atipici e del dilagare del precariato medico.
E’ grave continuare una politica di asfissia del pubblico impiego, che evidentemente ha ancora molto da farsi perdonare. Ma ancora più grave non prevedere deroghe per un sistema sanitario, che pure Tremonti ha giudicato tra i migliori del mondo, almeno per i medici addetti alla emergenza ed urgenza, come anche il Ministro della Salute ha chiesto.
Mentre il Pronto Soccorso in tutta Italia è preso d’assalto come i forni manzoniani e peggiorano le condizioni ed i tempi di assistenza, come pure il Senato ha documentato, non è ammissibile il disinteresse del Governo verso i livelli di tutela della salute, individuale e collettiva, e le condizioni di lavoro, ormai al di là dei limiti di sopportazione, dei medici e dirigenti sanitari del SSN. Ma nessuna riforma del sistema è possibile senza organici adeguati.
I medici italiani chiedono che la sanità non venga derubricata dalla agenda politica e la vita dei cittadini considerata meno del loro portafoglio e della loro dichiarazione dei redditi