In attesa della ripresa dei lavori da parte della commissione Industria la prossima settimana, non cessano le polemiche intorno al disegno di legge sulla concorrenza. Dopo l'intervista al presidente dell'Associaizone nazionale dei dentisti italiani (Andi),
Gianfranco Prada, che aveva
accusato il Governo di aver ceduto alle pressioni delle lobby sul mancato inserimento di paletti per le società di capitali operanti in odontoiatria, oggi risponde il presidente dell'Associoazione nazionale dei centri odontoiatrici (Ancod),
Michel Cohen: "Si tratta di accuse senza fondamento. La nascita dei centri odontoiatrici ha avuto come principale pregio la creazione di maggiori opportunità per il paziente che possono usufruire di tariffe accessibili e vedersi garantita un'elevata qualità delle cure".
Presidente Cohen, in commissione Industria al Senato è in dirittura d’arrivo l’esame degli emendamenti del ddl concorrenza, qual è il suo giudizio sul testo?
Il ddl concorrenza, nella sua forma attuale, conferma l'opportunità di un mercato libero nel settore dell'offerta delle cure dentali nel rispetto e a tutela della salute dei cittadini. Un settore in cui operano studi dentistici e da alcuni anni i centri odontoiatrici che ANCOD rappresenta. La nascita dei centri odontoiatrici ha avuto come principale pregio la creazione di maggiori opportunità per il paziente: questi sono infatti in grado di sfruttare le economie di scala così da poter applicare anche tariffe accessibili, allargando la possibilità di cure a una fascia di persone che prima doveva rinunciarvi. Grazie alla presenza di capitali privati, le strutture rappresentate da ANCOD investono molto nella qualità delle cure, selezionando i migliori dentisti, offrendo loro formazione e strumentazione moderna.
Come giudica le accuse al Governo, da parte dell’Andi, di aver ceduto alle lobby sull’introduzione di alcuni paletti sulle società di capitali operanti in odontoiatria?
Si tratta di accuse senza fondamento, non c’è stata alcuna cessione alle lobby ma il rispetto delle regole della libera concorrenza. La proposta di ANDI prevedeva che venissero messi paletti alla presenza di soci di capitali non riconducibili all’albo degli odontoiatri all’interno delle strutture odontoiatriche, un attacco alla libera concorrenza in un settore – la sanità privata – che opera in Italia al fianco e a integrazione del settore pubblico da oltre 80 anni. E’ come se un’associazione professionale chiedesse al Governo che la gestione di gruppi privati come il San Donato o l’Humanitas fossero affidati a medici per garantire la qualità delle cure. Ma secondo quale criterio la presenza di un medico nella struttura gestionale o nella proprietà di un centro clinico garantirebbe non solo l’efficienza ma anche la qualità e la sicurezza delle cure? Non si tratta di garanzie che i medici dovrebbero dare prestando la loro opera con professionalità e competenza e indirizzando l’attività clinica nell’ambito di comitati scientifici? Se il Governo avesse accolto gli emendamenti proposti da ANDI allora sì avremmo potuto parlare del risultato della pressione di interessi corporativi.
A suo giudizio il testo sarebbe migliorabile in alcune sue parti, e come?
Penso che così com'è il testo sia molto chiaro e ben scritto. Il fatto che sia obbligatorio che il direttore sanitario sia un medico odontoiatra e abbia un rapporto di esclusività solo in tale funzione, è positivo e rispecchia la situazione di fatto dei centri che rappresentiamo. I direttori sanitari potranno essere tali solo in una struttura ma ovviamente potranno liberamente fare i medici anche in altre strutture. E ci mancherebbe altro.
Giovanni Rodriquez