Secondo la Cgil “il Ddl è pervaso da una sempre maggiore consegna di tutte le scelte nelle mani dei direttori generali, nominati dalla politica, a partire dagli incarichi che dovrebbero essere basate sul merito professionale e sulla trasparenza, dai direttori di struttura complessa ai responsabili delle strutture semplici, fino agli incarichi professionali”.
Ciò che non va proprio bene per Cozza è che “perfino il parere obbligatorio del collegio di direzione su alcuni atti del direttore generale è scomparso. Altro che Governo Clinico”.
Per quanto attiene invece la libera professione dei medici essa “viene deregolamentata, con minore trasparenza rispetto alle liste di attesa, e con una indennità di esclusività estesa anche ai medici che la svolgono negli studi e nelle strutture private non convenzionate”.
“A questo si aggiunge – specifica Cozza - la beffa del rischio che i 50 milioni di euro necessari per pagare l’indennità di esclusività ai medici che dall’extramoenia, non più conveniente, passeranno all’intramoenia allargata istituzionalizzata, possano essere a carico dei fondi contrattuali”.
“Un pasticcio alimentato – spiega il numero uno della Fp Cgil Medici - dalle osservazioni della Ragioneria Generale dello Stato e dallo sciagurato articolo del contratto sottoscritto la scorsa settimana, ma non dai medici Cgil e Uil, che elimina il principio di una indennità di esclusività distinta e fuori dalla massa salariale, da rivalutare con fondi extracontrattuali.
In conclusione Cozza torna a parlare del pensionamento a 70 anni per i camici bianchi che “va a danno dei medici precari e con incarichi professionali, con l’aggravante della discrezionalità della valutazione del Collegio di Direzione, è un'altra norma da eliminare”.
L.F.