Il Consiglio dei ministri di oggi ha esaminato, in via definitiva, su proposta del premier Letta, del Vicepresidente e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, del Ministro per le riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello e del Ministro per gli Affari Regionali e autonomie, Graziano Delrio, un disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle Province che è stato sottoposto al parere della Conferenza Unificata.
Il provvedimento di modifica della Costituzione disciplina l’abolizione delle province istituite nell’ambito del territorio delle Regioni a statuto ordinario, recependo “un’istanza, largamente sentita e oramai giunta a maturazione, che mira al riordino del riparto di competenze fra livelli di governo a fini di razionalizzazione e di contenimento della spesa pubblica ma anche di conseguimento di un’efficacia sempre maggiore dell’azione amministrativa negli enti territoriali”.
Quando il processo di modifica della Costituzione giungerà a compimento verranno anche individuate forme di aggregazione e di coordinamento fra Comuni per l’esercizio di funzioni di governo di cosiddetta “area vasta”. Viene attribuito allo Stato il compito di definire, tra l’altro, anche il territorio delle città metropolitane.
Molto critico il Presidente della Regione Lombardia,
Roberto Maroni, in merito alla riforma costituzionale delle Province, così come annunciata dal ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio. “Vedo una minaccia forte per il sistema delle autonomie, la minaccia di svuotare il ruolo delle Regioni, trapelata dalle parole del ministro Delrio, che ha detto di vedere Regioni più leggere, il che significherebbe che i poteri tornano a Roma e questo è un attacco alle autonomie che io voglio sventare". Il rischio, ha sottolineato, è il ritorno a un'idea di Regione come era nel 1970.