26 aprile -
"In merito alla spesa sanitaria nel nostro Paese, il risultato raggiunto, ossia l'abbattimento degli incrementi dal 7 all'1,5 per cento, è stato realizzato sulla base di tre grandi scelte che hanno accomunato quest'Aula e i Governi che si sono succeduti negli ultimi anni: la scelta del Patto della salute tra Governo e Regioni; la scelta della definizione dell'avvio di una politica di costi standard in sanità, che consenta di verificare sprechi e disavanzi incontrollati, la scelta di commissariamenti delle Regioni che hanno ulteriori disavanzi. Tutto questo ha però inciso pesantemente sul modo di intervenire in materia sanitaria".
Così il senatore Pd Lionello Cosentino, membro della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, intervenendo in Aula durante il dibattito su Def sollevando alcune considerazioni in materia sanitaria.
"Ora i casi sono due – ha proseguito il senatore Cosentino – o si raggiungono gli obiettivi qui previsti decidendo di continuare a tagliare prestazioni per i cittadini oppure si può decidere di costruire una task force con una responsabilità nazionale, che cominci ad aiutare le Regioni ad attuare davvero i processi di riorganizzazione e non limitarsi ai tagli cartacei”.
L’esponente del PD ha poi concluso il suo intervento citando integralmente il documento sul DEF votato all'Unanimità dalla commissione Sanità: "I Piani di rientro sono stati finora un efficace strumento di blocco di nuove spese e di nuovi accreditamenti ai privati, di mancata sostituzione del turn over, di rinvio dei pagamenti e di chiusura dei posti letto soprattutto nei piccoli ospedali di Paese, ma è mancato e manca tuttora nelle Regioni sottoposte ai Piani di rientro una effettiva politica di mobilità del personale, di reingegnerizzazione dei servizi sanitari, lasciando che siano ormai i cittadini a pagare gli esami e le visite di tasca propria. Manca la riconversione strutturale e a rete dell'offerta ospedaliera. Manca la possibilità di avvalersi di qualunque tecnostruttura di esperti a livello nazionale che supporti queste politiche e aiuti le Regioni a fare programmazione sanitaria sul serio e non si percepisce nel Documento di economia e finanza la piena consapevolezza che il più è ancora da fare e che occorrerebbe una politica dello Stato, oltre che delle Regioni, di concreta innovazione nel Sistema sanitario”.
26 aprile 2012
© QS Edizioni - Riproduzione riservata