Una dottoressa di 53 anni,
Paola Labriola, psichiatra presso un Centro di salute mentale di Bari, è stata accoltellata a morte stamane da un paziente durante una visita. L’assassino è
Vincenzo Poliseno, 44 anni, con problemi di tossicodipendenza che ha inferto alla vittima 28 coltellate alla schiena. Una volta compiuto il delitto, si è fermato in una sala d’aspetto della struttura e lì sono arrivati gli agenti di polizia che lo hanno condotto in Questura.
Il sindaco di Bari
, Michele Emiliano, ha proclamato il lutto cittadino. "Paola Labriola è un martire della città di Bari - ha detto - ed esprimo una gratitudine immensa a nome di tutti per il lavoro che fatto nella sua vita, dedicata ai parenti e al prossimo. L’episodio di oggi - ha dichiarato - dimostra che per qualunque ufficio pubblico dedicato alla gestione di malattie e disagi sociali esistono rischi enormi. Quello di oggi è un gravissimo incidente sul lavoro che ha a che fare con il martirio di una donna straordinaria di una umanità incredibile. Ho chiesto al prefetto di discutere del problema, nel frattempo ho incaricato il comandante dei vigili urbani di disporre la sorveglianza di questi uffici e di questi due Sim, centri di igiene mentale del San Paolo che rimarranno aperti".
Non sono mancate la polemiche relative alla sicurezza degli operatori nel centro in un quartiere della città considerato a rischio. L'Ordine dei medici e quello dei medici ospedalieri hanno chiesto al prefetto di garantire più sicurezza per i lavoratori della Sanità.
Per
Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), si tratta "di una tragedia purtroppo in parte annunciata". Questo è dovuto alla "riduzione delle risorse e all'assenza di servizi di sicurezza e di sistemi di sorveglianza nei centri di Salute mentale". Per invertire la rotta "servirebbe un piano nazionale di sicurezza da applicare a questo genere di strutture dove, a oggi, gli operatori sono esposti a una vera e propria trincea".
La Cgil organizzerà al più presto una manifestazione. "Paola era una professionista che insieme ai colleghi denunciava da tempo l'abbandono dei servizi pubblici - ha raccontato
Antonella Morga, segretario regionale della Cgil Puglia - testimoniava da tempo preoccupazione ed esasperazione per l'organizzazione del suo servizio, minato nelle risorse e nel personale, privo di guardiania, con presenza di solo personale femminile. In preda allo sconforto Paola minacciava e meditava il trasferimento in un'altra struttura sanitaria".