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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

È iniziata la “Shoah” per i medici gay. E la Fnomceo tace

di Mario Converti
7 gennaio - Dopo il fallimento di ogni possibile mediazione con la Fnomceo da parte del sottoscritto, ignorato perché l’unico contraente di diritto, ovvero medico e gay dichiarato, ma anche in assenza, come comunicato dalla stessa segreteria, di alcuna consultazione con l’Arcigay, come ulteriormente richiesto, ci siamo ritrovati con un articolo del Codice Deontologico contro-rivoluzionario che ha distrutto ogni forma di tutela giuridica dei medici e dei pazienti, qualunque sia la loro diversità etnica, culturale o di genere.
 
Attualmente infatti l’articolo 3 è stato abolito in favore della più semplice ma ipocrita formula (senza discriminazione alcuna) inutilizzabile giuridicamente e praticamente, ancorché inappellabile giacché istituzioni, ministero della Salute e ASL hanno sempre ignorato ogni nostra sollecitazione.
 
Ed ecco che in Italia sono partite le persecuzioni. La prima di cui veniamo a conoscenza è quella di un collega odontoiatra, consulente, quindi con un contratto intrinsecamente fragile rispetto all’ente di appartenenza, che si è trovato scritto un messaggio volgare ed omofobo, ma soprattutto anonimo, all’ingresso dello studio. Verba volant, scripta manent.
Siamo ad un salto di qualità della violenza omofoba agita finora in modo indiretto, subita anche dal sottoscritto, spesso anche con il metodo ipocrita del volto accondiscendente, di persona, e della chiacchiera calunniosa alle spalle.
 
Il direttore dell’ente odontoiatrico rassicura che nulla cambierà e che non ci saranno conseguenze per il collega. L’espressione del direttore oltre che assurda è allo stesso tempo un’ulteriore violenza implicita.
E’ evidente che tutto è cambiato e che è necessario che l’ente odontoiatrico preposto e la Fnomceo debbano prendere atto che la realtà è cambiata e che bisogna tutelare la professionalità di medici e di tutto il resto del personale, nonché dei pazienti LGBT (lesbiche gay bisessuali e transessuali).
 
Dall’altra parte è altresì volgare dire che non ci saranno conseguenze per il collega offeso, giacché le conseguenze dovrebbero esserci ed ovviamente per i latori anonimi della delazione scientificamente falsa, inopportuna e omofoba, tesa a creare panico tra i pazienti, commettendo pertanto un grave danno ai pazienti ed un ulteriore reato giuridico (il procurato allarme) anch’esso ignorato dal falsamente rassicurante messaggio del direttore.
 
Cari cento direttori delle Omceo Italiane, Cari direttori delle ASL italiane ed Aziende Ospedaliere annesse o autonome e Cari colleghi, di ogni ordine e rango, singoli oppure organizzati in associazioni di categoria….
Siete altresì colpevoli dell’inizio della Shoah contro noi medici gay e lesbiche (e più raramente anche transessuali) finché tacere vi converrà o sarà per voi lo strumento della violenza scelto contro di noi.
Pretendo a nome dei colleghi LGBT una presa di posizione chiara e pubblica del Ministro della Salute, del Presidente della Fnomceo e corrispettivi organi competenti in materia etica relativa alla salvaguardia della dignità professionale.
 
Mario Converti
Medico, Arcigay Napoli
7 gennaio 2015
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