Coronavirus. Appello ai pazienti oncologici ematologici: “Nessuno rimandi diagnosi e terapie per paura del contagio”
A lanciarlo è l'Istituto europeo di oncologia di Milano. "Non abbiamo ad oggi nessun paziente ematologico ricoverato infettato dal virus. E questo nonostante si prosegua a pieno ritmo con i ricoveri per trapianto di midollo o per altre terapie che richiedono degenze lunghe”, spiega Corrado Tarella, Direttore della Divisione Ematologia dello IEO.
07 APR - “Il Coronavirus non ferma la cura dei tumori ematologici. I malati di leucemie, linfomi e mielomi vivono spesso un’emergenza costante, che non guarda in faccia a nessun altro imprevisto, compreso quello drammatico del virus COVID-19. Per questo noi continuiamo ad accoglierli e curarli come prima della pandemia, adottando precauzioni fino ad ora efficaci. I pazienti che necessitano di diagnosi e terapie urgenti devono continuare le loro cure con determinazione, ma in serenità: la nostra raccomandazione è di non rimandare la diagnosi e le terapie per paura di un possibile contagio in ospedale”. Questo è l’appello del Prof.
Corrado Tarella, Direttore della Divisione Ematologia dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO).
All’interno del sistema sanitario lombardo, IEO è stato identificato dalla Regione come un centro “Hub”. E anche in questo periodo di emergenza coronavirus, lo IEO garantisce l’accettazione continua di tutti i pazienti che necessitano di assistenza, con un percorso separato e indipendente per garantirne la sicurezza, anche rispetto alla infezione da Covid-19.
“Grazie a questo efficiente sistema regionale – continua Tarella - e grazie al fatto che in IEO applichiamo in modo estensivo le norme del Centro Nazionale Trapianti e delle società scientifiche a cui afferiamo, non abbiamo ad oggi nessun paziente ematologico ricoverato infettato dal virus. E questo nonostante si prosegua a pieno ritmo con i ricoveri per trapianto di midollo o per altre terapie che richiedono degenze lunghe. Questa è un ‘informazione importante per i malati ematologici, che sono coscienti di essere immunodepressi e si sentono facile preda del virus, soprattutto se accedono a un ospedale. Ma molti tumori ematologici non possono aspettare. Per esempio le leucemie acute vanno trattate nell’arco di giorni, o addirittura, in alcuni casi, di ore. Analogamente, i trapianti di midollo, cure salvavita per diversi tumori ematologici, vanno effettuati in un preciso momento dell’evolversi della malattia, e un ritardo protratto potrebbe avere serie conseguenze”.
Allo IEO attualmente tutte le richieste ematologiche non dilazionabili vengono soddisfatte. Solo i controlli sono ridotti o vengono effettuati da remoto, e alcune terapie in day hospital sono rimandate. Tutto il resto viene effettuato, secondo i tempi e le modalità richieste a prescindere dal virus.
“Essere “Hub” oncologico significa continuare a garantire la miglior terapia ai malati di tumore anche in questi tempi assai difficili - spiega
Roberto Orecchia, Direttore Scientifico IEO - I pazienti di tumori ematologici possono trovarsi più di frequente in condizioni di urgenza e immunodepressione, ma tutti i malati oncologici sono esposti a un maggior rischio di contrare l’infezione e, in alcuni casi, di avere un andamento più severo, in caso di contagio. Quindi per tutti applichiamo la regola di soddisfare tutte le richieste di prestazioni non differibili, nelle condizioni di massima sicurezza possibile. Per decidere, applichiamo una logica di valutazione individuale, paziente per paziente. Certo abbiamo anche in IEO casi di Covid. Ma le misure messe in atto dall’inizio della pandemia ci hanno consentito di ridurre al minimo questo contagio, e mantenere efficiente l’ospedale al fine di garantire le cure chirurgiche, mediche e radioterapiche, oltre alle indagini di tipo diagnostico”.
Nella ricerca la ricerca allo IEO si è fermata. “Gli studi clinici per nuove terapie sperimentali sono attivi ed i ricercatori, clinici e di base, non hanno rallentato la produzione scientifica. Anzi, abbiamo predisposto un grande progetto che sarà utile non solo ora, in momenti ancora legati all’emergenza, ma che rappresenterà un’opportunità per gestire la cosiddetta “fase 2”, quella della ripresa totale delle attività. I nuovi studi saranno mirati alla gestione della crisi COVID-19 nei prossimi mesi, grazie alla messa a punto di nuovi test immunologici per valutare rapidamente la sieroconversione da Covid-19, vale a dire la presenza nel sangue di anticorpi in grado di proteggerci dal virus, e di nuove modalità di identificazione del virus nei tamponi nasofaringei grazie alle più moderne tecniche di diagnostica molecolare”, spiega Orecchia.
07 aprile 2020
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