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Vaccini. Per le mamme lombarde fondamentale il ruolo del pediatra

Indagine Nextplora per SiMPeF-Sindacato Medici Pediatri di Famiglia, sulle mamme lombarde. La vaccinazione è importante per il 94%, anche se 3 su 4 mostrano qualche preoccupazione verso i vaccini; il 78% ritiene il pediatra di famiglia fonte d’informazione credibile e autorevole. Promossi, ma con molte riserve i centri vaccinali

10 APR - Vaccini e vaccinazioni sono un tema sensibile, non solo perché la copertura vaccinale fra i bambini italiani sta scendendo sotto la soglia di sicurezza, ma in quanto tema che nelle mamme ingenera qualche ansia e risveglia un indiscutibile interesse. Lo testimoniano i dati dell’indagine “Dottore, voglio vaccinare il mio bambino”, che l’istituto Nextplora ha svolto su incarico di SiMPeF-Sindacato Medici Pediatri di Famiglia, organizzazione che raggruppa oltre 1.200 professionisti in tutta Italia, particolarmente in Lombardia, dove rappresenta oltre l’80 per cento dei pediatri di libera scelta.

Per questa ragione si è voluto concentrare l’attenzione sulla Lombardia, dove i ricercatori hanno intervistato 400 mamme, con figli in età pediatrica, utilizzando la metodologia Cawi, ossia un questionario online.

Il primo dato che emerge è l’importanza della vaccinazione: la quasi la totalità del campione, 94%, ritiene importante vaccinare il proprio bambino e, a parte quello per l’influenza stagionale, tutti i vaccini sono considerati utili e fondamentali.

Un secondo dato, estremamente significativo, almeno per le mamme lombarde, è il ruolo fondamentale e centrale del pediatra. Il pediatra è la prima fonte di informazione sull’argomento vaccini: il 78% delle intervistate lo ha interpellato in materia (si sale all’83% delle mamme dei bambini più piccoli) ed è ritenuta, dal 91% delle madri, la fonte più autorevole sull’argomento.

Non solo, più della metà delle intervistate, il 64%, gradirebbe fosse il pediatra di famiglia a vaccinare il proprio figlio: sarebbero più sicure e tranquille perché il pediatra, conoscendo la storia clinica del bambino, saprebbe scegliere il momento più adatto per la vaccinazione, potrebbe intervenire in maniera più “efficace” in caso di eventuali “effetti collaterali”, sarebbe più comodo, più vicino a casa e con orari più flessibili, con tempi di attesa minori.

“Queste risposte inquadrano perfettamente la situazione che si vive in Lombardia, e probabilmente in tutta Italia, - commenta Rinaldo Missaglia, Presidente Simpef -. Da un lato registrano le ansie e le preoccupazioni, del tutto ingiustificate, delle madri rispetto alla vaccinazione; dall’altro un impatto negativo con il sistema dei centri vaccinali, in cui viene a mancare il rapporto di fiducia personale con il proprio pediatra: si è considerati, hanno dichiarato le madri, “numeri”; maturano tempi di attesa inaccettabili per l’appuntamento: addirittura più di 1 anno per le vaccinazioni contro la meningite da meningococco B; si riscontrano rigidità eccessive nel cambiare appuntamento, e insoddisfazione sugli orari di apertura, costi e tempi dei servizi”.

Infatti, circa 3 mamme intervistate su 4 espongono qualche ansia in relazione ai vaccini: la principale preoccupazione è quella degli effetti collaterali (53% delle mamme), seguono l’interferenza negativa con il sistema immunitario (24%), le prime dosi somministrate quando il bambino è troppo piccolo (23%) e troppi vaccini somministrati nello stesso giorno (22%).

Pur considerato efficiente dal 78% delle mamme lombarde (un po’ meno convinte sono le mamme dei bimbi più piccoli in cui la percentuale scende al 72%) il centro vaccinale mostra numerose criticità: il costo del servizio in caso di non gratuità della prestazione, il tempo di attesa al telefono per le prenotazioni (aspetto particolarmente critico per le mamme di bimbi 0-2 anni), il tempo di attesa per avere un appuntamento, gli orari di apertura del centro. Solo in relazione alla prossimità dei centri e alla regolarità della lettera per la convocazione, le mamme si dicono davvero soddisfatte.

Nota dolentissima: i tempi di attesa medi, di 1 anno, per avere un appuntamento per il vaccino contro la meningite da meningococco B. Il 61% delle intervistate indica che non ci sono giustificazioni a un tempo di attesa così lungo; solo 1 mamma su 4 trova normale questa attesa, dato il recente exploit dei casi di meningite.

“Siamo ben consci di questa situazione di disagio, che le mamme mostrano - prosegue Missaglia -. Non da oggi, peraltro. Sono molti anni che segnaliamo alle Istituzioni, in primis Regione Lombardia, questi aspetti. Nello scorso mese di novembre, abbiamo inoltrato all’Assessorato al welfare e alla Commissione Sanità e politiche sociali del Consiglio regionale un documento contenente numerose proposte per migliorare il servizio, non solo vaccinale”.

Finalmente, tuttavia, dopo lunga attesa, qualcosa sembra essersi messo in movimento proprio in questi giorni nei quali l’attenzione della Regione al tema della vaccinazioni sta crescendo. “Abbiamo iniziato - conclude Missaglia - un serio dialogo con l’Assessore Giulio Gallera su questi temi, e speriamo che sia possibile arrivare a una soluzione condivisa che possa soddisfare i legittimi desideri delle mamme. D’altronde, i genitori ripongono grande fiducia e aspettativa nel nostro ruolo, tanto che l’81 per cento delle mamme lombarde si ritiene soddisfatta del proprio pediatra di famiglia”.
 
Lorenzo Proia

10 aprile 2017
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