Miliano. Clinica Mangiagalli. Quattro indagati per omicidio colposo tra medici e ostetriche
Le 4 persone hanno ricevuto le informazioni di garanzia anche come atto dovuto per permettere loro di nominare consulenti in vista dell'autopsia fissata per giovedì. Non sono stati iscritti nel registro degli indagati medici o dipendenti del San Raffaele o dell'ospedale di Busto Arsizio, strutture che si sono occupate del caso della donna deceduta durante la gravidanza.
03 MAG - “Ci sono 4 persone, due dottoresse e due ostetriche della clinica Mangiagalli di Milano, indagate per omicidio colposo per la morte, avvenuta lo scorso 28 aprile, di
Claudia Bordoni, la donna di 36 anni incinta di due gemelli che era ricoverata nella struttura per complicazioni nella gravidanza”.
È quanto riportano le Agenzie di stampa che precisano come “nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal pm di Milano Maura Ripamonti le 4 persone che hanno ricevuto informazioni di garanzia (anche come atto dovuto per permettere loro di nominare consulenti in vista dell'autopsia fissata per giovedì) lavorano nel Dipartimento materno-infantile dove la donna è stata ricoverata dal 27 aprile scorso fino al giorno successivo quando è deceduta per un'emorragia (gia' il 26 aprile si era recata al pronto soccorso della stessa clinica)”.
“Gli accertamenti – precisa l’
Ansa - riguardano in particolare le cause del decesso della donna e non dei feti. Non sono stati iscritti nel registro degli indagati medici o dipendenti del San Raffaele o dell'ospedale di Busto Arsizio, strutture che si sono occupate del caso”.
"Abbiamo inviato subito una task force della Regione - ha detto il Presidente della Regione Lombardia,
Roberto Maroni - e stiamo collaborando con gli ispettori del Ministero della Salute. Sono in corso valutazioni approfondite. Ci uniamo al dolore della famiglia e mi auguro che nel giro di pochi giorni, dopo l'autopsia, si possano avere le certezze su quello che è avvenuto a tutela del buon nome della clinica, del buon nome della sanità lombarda, ma soprattutto per evitare che possa succedere di nuovo un fatto così triste".
03 maggio 2016
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