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Imperia. Rivolta in Psichiatria, feriti 6 infermieri, 2 oss e 1 medico. Fials: “Mettere in sicurezza il personale a rischio”

Durante il cambio turno un paziente, fomentato da un altro, ha dato in escandescenze. Il personale sanitario è intervenuto, ma è stato a sua volta aggredito. Un terzo paziente, approfittando della situazione, ha allagato il reparto con un idrante e sfondato un vetro a colpi di sedia. Situazione sedata solo dall'arrivo delle forze dell’ordine. Fials: “Mettere in sicurezza il personale con presidi di sorveglianza e prevenzione attivando l'Osservatorio antiviolenza”.

23 GIU - Sei infermieri, due operatori socio assistenziali e un medico sono rimasti feriti, nel pomeriggio di ieri, al reparto psichiatrico di Imperia, in seguito alla rivolta di alcuni pazienti, che è stata sedata soltanto grazie all'arrivo delle forze dell'ordine: carabinieri, polizia e guardia di finanza.
 
“Tutto ha avuto inizio - riferisce l’Ansa - durante il cambio turno”, quando un paziente, fomentato da un altro (“che lo scorso fine settimana aveva tentato il suicidio in ospedale, salendo su un ponteggio e minacciando di lanciarsi nel vuoto”), ha cominciato a dare in escandescenze. Il personale sanitario è intervenuto per cercare di riportare la calma, ma è stato a sua volta aggredito. “Un terzo paziente - spiega l’Agenzia -, approfittando della situazione, ha allagato il reparto con un idrante e sfondato un vetro a colpi di sediate”.

Infermieri e operatori hanno fatto ricorso alle cure del pronto soccorso, mentre un medico ha riportato ferite lievi.

“Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza agli operatori sanitari coinvolti nell'episodio di inaudita violenza che si è verificato ieri all'ospedale di Imperia, dove alcuni degenti hanno devastato il reparto di psichiatria e ferito sei infermieri, due oss e un medico, ai quali va il nostro augurio di pronta guarigione”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale Fials, interviene in una nota.

“Un bilancio tanto drammatico - per Carbone - quanto inaccettabile, da cui emerge lo stato di abbandono in cui versa il nostro SSN con l'inizio dell'estate, nonché la bassa considerazione del rischio violenze proprio nei punti più esposti, come i pronto soccorso, i centri per le tossicodipendenze e i servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc), sulla sicurezza dei quali non si investe con presidi di sorveglianza adeguati”.

“Venga fatta luce sull'esatta dinamica della vicenda - prosegue il segretario della Fials — per evitare che si ripeta, e l'azienda prenda provvedimenti tempestivi a garanzia dell'incolumità dei suoi dipendenti. Non è pensabile lasciare i professionisti senza posti di sorveglianza interni sperando che non succeda nulla o assistere al susseguirsi di episodi come quello di ieri. É evidente che qualcosa non ha funzionato come doveva, e a rimetterci come al solito sono stati infermieri, operatori socio-sanitari e medici. Non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere se non fossero intervenute in tempo le volanti con carabinieri, polizia e guardia di finanza per sedare la rivolta”.

“Urge mettere in sicurezza il personale sanitario a rischio ogni giorno - ribadisce il segretario generale Fials - attraverso l'attivazione immediata di misure di contrasto incisive e condivise tra forze sociali e istituzioni”.

Per farlo, la Fials sollecita il ministero della Salute a convocare l'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, previsto dalla legge 113/2020. Ricordiamo che la norma, entrata in vigore da settembre 2020, recante “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni”, prevede che le aziende vengano impegnate a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di polizia per garantirne il tempestivo intervento, e prescrive sanzioni pecuniarie da 500 a 5.000 euro a “chiunque tenga condotte violente, ingiuriose, offensive o moleste nei confronti di personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria o di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso funzionali allo svolgimento di dette professioni”.

“Invitiamo come organizzazione sindacale le autorità preposte - conclude Carbone - a potenziare le misure organizzative e di prevenzione nelle strutture sanitarie che nella stagione estiva vedono l'aggravarsi della già pesante carenza di personale sanitario, lasciando scoperti gli operatori rimasti sui luoghi di lavoro. Non è un caso che la rivolta di Imperia si sia innescata durante un cambio turno, problematiche queste che non possono e non devono ricadere sui lavoratori stessi. Si applichi la legge 113/2020, dando corso a misure di prevenzione della violenza sui luoghi di lavoro minimali per un paese civile”.

23 giugno 2021
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