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Rendere più attrattiva la specializzaione in emergenza

di Giuseppina Fera

01 SET - Gentile Direttore,
dai dati forniti dal MIUR emerge che hanno partecipato 19.449 medici per 18.847 borse di specializzazione disponibili. A questo punto è quasi pleonastico parlare di imbuto formativo, anche perché dai dati risultano 1.323 borse totali non assegnate. Bisogna parlare di scelte ben precise, infatti è emerso che aumentare le borse di specialità in Medicina d’emergenza-urgenza è assolutamente inutile: la scelta dei medici è quella di non fare questa specializzazione, essendo ben 456 le borse non assegnate rispetto alle 1.323 totali.
 
Le istituzioni pensano solo a garantire l’apparenza, dato che l’emergenza va garantita, ma utilizzare qualsiasi medico per coprire le guardie in Pronto Soccorso rischia di far collassare il Sistema.
 
È finito il tempo delle salette mediche e chirurgiche degli anni ’90: il Medico del Pronto Soccorso deve avere capacità di discernimento e di autonomia che consentano la gestione più oculata di ricoveri e consulenze specialistiche, senza considerare la indiscussa capacità gestionale del malato acuto, che è stata indispensabile in periodo di pandemia.
 
Spesso abbiamo lanciato l’allarme e fatto proposte inascoltate per evitare fughe da questo settore. Il misero aumento contrattuale ottenuto per le guardie in Pronto Soccorso non è stato sufficiente a rendere più attrattiva una specialità sicuramente molto stimolante per le competenze che fornisce, ma altrettanto faticosa e che non consente altre prospettive.
 
Chi fa la specialità in MEU è condannato a fare emergenza per tutta la vita, non offrendo questa scuola di specializzazione alcun tipo di equipollenza e/o affinità, a differenza di altre specialità che consentono di lavorare sia in emergenza sia in molti altri settori.
 
Un altro problema che spesso crea emorragie di personale nei PS in tutta Italia è la presenza di medici non specialisti assunti temporaneamente con l’ACN dell’emergenza territoriale ma che, se non hanno fatto il corso di MMG, non possono avere il tempo indeterminato e mai potranno avere il contratto della dirigenza. Questi professionisti condannati al precariato a vita, spesso formati dall’esperienza di tanti anni e motivati dalla passione per l’emergenza, spesso cercano una maggior stabilità lavorativa, altrimenti impossibile.
 
In parte il decreto Calabria ha cercato di arginare quest’ultima situazione, consentendo loro, con mille problemi burocratici, di accedere al corso di MMG, ma non si è mai affrontato il discorso dell’ingresso preferenziale alla scuola di specialità, permettendo un percorso formativo più completo e l’accesso ai concorsi ospedalieri.
 
Se le Istituzioni vogliono continuare a garantire il Diritto alla cura previsto costituzionalmente, dovrebbero pensare a dare una maggiore attrattività a questa Scuola di Specializzazione e quindi:
• dare l’opportunità ai medici assunti da almeno 3 anni con incarichi ACN dell’emergenza territoriale a tempo determinato di accedere, secondo modalità da concordare con il MIUR, alla Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza-Urgenza. A questi colleghi potrebbe essere dato un incarico pari almeno alla durata della Scuola di Specializzazione e ovviamente dovrebbero rinunciare alla borsa di studio (verrebbero retribuiti secondo l’ACN dalle Aziende), dovrebbero impegnarsi a frequentare il percorso formativo fino alla fine della Scuola di Specialità e, per quanto riguarda il tirocinio, varrebbe il lavoro svolto presso i Servizi Ospedalieri con eventuali integrazioni da stabilire con l’Università
 
• Contrattualmente riconoscere una indennità di rischio, anche in considerazione del fatto che non c’è possibilità di fare Libera Professione, e garantire quindi un salario adeguato, riconoscendo il lavoro usurante
 
• Garantire un servizio di sicurezza a tutela degli operatori in PS
 
• Aumentare equipollenze e affinità alla Scuola di Specializzazione MEU
 
• Evitare che le borse non assegnate vengano annullate, garantendo il mantenimento di un numero che possa consentire la ripresa del Sistema dell’Emergenza
 
• Rivalutare il numero di accesso alla Facoltà di Medicina alla luce del numero di borse di specializzazione non assegnate
 
Sono pochi ma importanti punti, ma se vogliamo continuare ad essere un Paese che garantisca all’utente competenze e professionalità nel primo approccio al SSN, bisogna che la Politica affronti e risolva il problema, ascoltando i rappresentanti di chi lavora in quest’ambito, siano essi Sindacati o Società Scientifiche.
 
Giuseppina Fera
 
Federazione Cisl Medici

01 settembre 2021
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